La prof-i tre giorni che mi cambiarono la vita
Data: 23/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: pop45
... passare la mia fermata! Non ricordavo di aver mai provato sensazioni così violente da molto tempo. Il desiderio che mi devastava rispondeva ad una esigenza forse troppo trascurata ma che, dovevo riconoscerlo, era dentro di me e ora stava emergendo in modo prepotente sotto l’effetto di quella situazione del tutto nuova. Non era un coito a sconvolgermi, era tutta una nuova realtà che si stava srotolando come su un nastro continuo: un uomo che aveva osato toccarmi, una presa di coscienza del mio bisogno di piacere, il palesare il mio stupore davanti a un estraneo, l’espormi senza difese, il non essere neppure stata scopata... cosa potevo rimproverare a Roberto? di avermi violentato? no. Di avermi costretto? neppure (anche se forse lo avrei voluto). Di aver approfittato della situazione? macchè, non mi aveva neppure sfiorato dopo quella... carezza. Solo “raus”, e io a obbedire senza fiatare come una scema. Io, la prof! Potevo riprendere il mio solito contegno, fare delle obiezioni, ragionare, chiedere spiegazioni, andarmene. Niente di tutto questo, e il giorno dopo ero già in attesa di varcare la sua porta.
Stessa ora, stessa sedia, ma a computer spento. Seduta vicino a lui Roberto mi stava guardando in silenzio e con un sorriso beato sulle labbra. Ero imbarazzata, sentivo che mi stava “leggendo” e non riuscivo a nascondere la marea di sensazioni che mi stava travolgendo. E finalmente la domanda:
- cosa hai visto ieri Valentina?
come, tutto qua quello che voleva ...
... chiedermi?
- cosa hai visto ieri? ti sei sentita eccitata?
non demordeva. Le mie mani si stavano serrando in una presa nervosa.
Allargò gli occhi, sollevò le sopracciglia, abbassò leggermente le testa attendendo la risposta. Lo guardai di traverso e velocemente abbassai gli occhi sulle mie mani sudate:
- “...... sì!”
I pochi secondi di silenzio che seguirono per me durarono un’eternità. Cosa avevo mai fatto! avevo ammesso di desiderare il piacere.
- brava prof! hai fatto il primo passo, il più importante. Forse per la prima volta sei stata sincera con te stessa. Hai accettato di sentirti libera.
Era come se qualcosa dentro di me si fosse rotto. Sentivo riaffiorare desideri che ritenevo dimenticati, una passione che cercava un soggetto dove aggrapparsi e sul quale esplodere. Mi sentivo donna ma mi percepivo femmina e desideravo essere trattata come tale. Roberto continuava a parlare ma non riuscivo a seguire il suo discorso. Quel “Sì” proferito quasi sottovoce e con vergogna dopo tre giorni di tormento segnava il limite estremo di confine della mia sessualità casereccia da scuola elementare. L’avevo oltrepassata e ora desideravo correre a briglia sciolta nella prateria che stava oltre. Avevo messo la chiave del valico in mano a Roberto e pretendevo che lui la usasse.
Persa in questa emozione non mi ero accorta che la mano di Roberto si era posata sul mio seno. Non so quanto tempo fosse passato dall’inizio, cosa mi avesse detto o chiesto. I miei occhi erano ...