Una giornata d'inverno al mare
Data: 24/05/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: filliback
La storia con Daniela sapeva d’infanzia anche se il tempo delle mele era
finito da tempo, con lei tutto era un gioco e una scoperta continua, un
divertimento pruriginoso come da ragazzi in un cortile d’estate a giocare
ai dottori. Avevamo le nostre vite, le nostre famiglie e i nostri impegni
ma quel desiderio di vederci ogni tanto era necessario per nasconderci al
tempo e riaccendere la fantasia. Naturalmente il sesso era il filo
conduttore ma il nostro rapporto era di affetto senza diritto di proprietà
presupposto di una complicità senza inganno. La nostra relazione era
iniziata in modo impetuoso fin troppo possessivo, ci stavamo rovinando la
vita invece di godercela così, dopo una serie di reciproche accuse ci siamo
guardati negli occhi, dapprima irati, poi ridendo di quanto eravamo scemi.
Da lì in avanti la nostra storia ebbe una svolta: noi dovevamo solo
giocare e così fu!
L’inverno è sempre troppo lungo per chi ama il sole e così un giorno dopo
le feste di Natale abbiamo organizzato i nostri impegni per andare al mare
d’inverno per farci un regalo. Dopo qualche ora di macchina siamo arrivati
ad una spiaggia della pineta di Tirrenia: era ad aspettarci un paesaggio
calmo illuminato da un sole tiepido; appena fuori dall’auto una brezza
fresca e umida trasportava il profumo di salsedine, la spiaggia deserta era
come un largo sentiero deserto tra il mare e la pineta secolare, soltanto
la sagoma di una persona e ...
... forse un cane in lontananza. Per chi ha la
tristezza nell’anima poteva sembrare un luogo decadente e triste ma noi
avevamo il sole nel cuore e ci è sembrato il paradiso.
Abbiamo camminato sul bagnasciuga a cercare sassi colorati e conchiglie, ci
siamo abbracciati, strusciati, eccitati come era solito; dentro la pineta
abbiamo visto un tavolo con delle panche in legno dove d’estate ci si siede
all’ombra dei pini: poteva esse la giusta alcova per fare l’amore en plein
air.
Daniela cercava sempre di anticipare la mia erezione per il piacere di
sentire il cazzo crescergli in bocca così appena parlammo del tavolo mi
guardò in modo malizioso e si mise in ginocchio tra le mie gambe in mezzo
alla spiaggia, mi apri i pantaloni e lo tirò fuori, lo sollevò con la
lingua che era ancora “moscio” e lo inghiottì tutto, stava ferma
succhiandolo come fosse un gelato fino a che non divenne completamente
gonfio e duro, quando iniziarono i lacrimoni agli occhi dette un ultimo
affondo e poi tirò indietro la testa lentamente, lo fece uscire da quel
tepore insieme ad un filo di saliva, subito avvertii sulla cappella tumida
il fresco della brezza del mare. Ogni tanto mi guardavo intorno ma non c’era nessuno, lei continuava a trastullarsi con il mio uccello, ad accarezzarlo e strusciarselo al viso, a seguirne tutta la lunghezza con la punta della lingua partendo da sotto fino in cima per poi farlo scomparire di nuovo tutto dentro la bocca: mi chiedevo ...