1. Passione sfranta: in ospedale. (passione lui&lui - quarta parte)


    Data: 25/05/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: GSAwNSA77

    ... alle prese con il primo cazzo in culo. La mia eccitazione tra le gambe è al culmine e inizio a gocciolare un denso liquido pre-sborra che cade sul pavimento. Mi tiene per i fianchi con una presa rozza e mi stupra il buco ininterrottamente per cinque lunghissimi minuti. Violenza. Aggressione. Un’altra faccia della passione.
    
    Sufficientemente soddisfatto dell’intrattenimento incluso nella tariffa della camera, lo sfila dal mio culo lasciando aperta una voragine che potrebbe tranquillamente essere riempita da un braccio. Con una minima espressione di godimento schizza il suo succo sopra la mia schiena fino a imbrattare lo specchio che riflette la mia immagine esausta. Una sborrata degna del suo pisello. Oltre ad avermi cosparso la schiena, ci sono due dense colate di sperma sullo specchio.
    
    Con una certa arroganza, senza dire una parola, mi lancia addosso la pezzuola che avrei utilizzato per lavarlo e mi fa segno di pulire. Si volta e si infila sotto la doccia. Io, prima che la mia assenza diventi sospetta, mi ricompongo e do una pulita allo specchio e al pavimento. Lancio un ultimo sguardo a quel pisello fuori dal comune e abbandono la camera 105.
    
    Qualsiasi altra persona avrebbe vissuto questa esperienza come un’umiliazione, una sottomissione paragonabile a uno stupro, ma non io, io ho passivamente acconsentito a questa “violenza” e ne ho goduto. Ho bisogno di queste situazioni estreme nella mia vita piatta. D’un tratto però penso a Guido e alle scosse che riesce a darmi ...
    ... lui in momenti di passione animalesca alternati a gesti di pura dolcezza. Non ha eguali, nessuno può reggere il confronto con lui.
    
    Trascorro il resto della giornata fino alla fine del turno a compilare scartoffie e rispondere alle chiamate dei pazienti, tranne quelle della 105, che verso sera si fanno sempre più frequenti. Continuo a pensare a Guido, al mio Guido. Lo sconosciuto della 105 è già archiviato come uno dei tanti (nonostante le dimensioni sicuramente notevoli). Un senso di colpa mi pervade per tutta la giornata. È semplice, sono una TROIA e mi merito tutti i rimorsi che mi stanno tormentando. Non è possibile che dopo aver passato un’appassionante notte con l’uomo della mia vita ed essermi svegliato tra le sue braccia, mi fiondo sui primi 25 centimetri di uccello che vedo e mi faccio impalare rischiando di dovermi far ricucire. Vai poi a spiegare a Guido i punti di sutura intorno al mio buco. Sorrido stupidamente raffigurando l’immagine nella mente.
    
    Guido potrebbe darmi tutto, ma io non mi accontento, voglio sempre di più. Sono uno stupido. Ho bisogno di confidarmi con qualcuno, non posso più tenermi tutte queste emozioni dentro. Devo mettere un freno alle mie voglie. Io sono meglio di così.
    
    Sono già passate le 21.00, saluto tutti e vado a cambiarmi. Seduto sulla panchina dello spogliatoio, mi sfilo il camice bianco e mi tolgo le scarpe. Faccio tutto a rilento, come se il peso che sento dentro frenasse ogni mio movimento. Ha iniziato a piovere. Fuori è già ...
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