Passione sfranta: in ospedale. (passione lui&lui - quarta parte)
Data: 25/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: GSAwNSA77
... buio, dalla finestrella noto la luce dei lampioni che risalta la fitta pioggia sotto il loro bagliore. Il lavandino gocciola ancora, non sono ancora passati a ripararlo. Sono completamente solo, immerso nel mio silenzio. L’unico collega maschio in servizio oggi è dovuto partire un attimo prima. Mi sento disconnesso con lo sguardo fisso sulle gocce d’acqua che s’infrangono nel lavabo allo stesso ritmo del battito del mio cuore. Se ne ho uno.
Il silenzio si spezza all’improvviso dal rumore della porta che si spalanca sbattendo contro la parete. Quasi mi viene un colpo. È Guido chiaramente frastornato e affannato. Deve aver corso. È bagnato fradicio dalla testa ai piedi, i capelli gli si appiccicano sulla fronte e i vestiti gocciolano sul pavimento intorno a lui fermo sulla soglia. Gli occhi sono arrossati in un misto di rabbia e tristezza. Non capisco se sul volto di Guido, mischiate alla pioggia, ci sono anche delle lacrime. Mi alzo in piedi e gli chiedo “Ma cosa ci fai qui? Cosa ti è successo?”. Senza dire una parola, richiude la porta dietro di sé, gira la chiave e mi fissa in silenzio con occhi diversi. Diversi da quelli che conosco. Chiaramente la giornata non è ancora finita.
“Dobbiamo parlare” dice con voce tremolante. Non lo riconosco. Mi sembra che abbia perso la sua sicurezza, la sua determinazione, quei piccoli atteggiamenti che gli davano un’aria quasi da sbruffone. Ho davanti a me un ragazzetto indifeso e tremolante, bagnato come un pulcino. Il suo sguardo ...
... pregno di dolore mi spaventa. “Che cosa succede?” chiedo con insistenza. Scuote la testa e senza rispondere mi carica come un toro. Cadiamo entrambi sul pavimento, uno sopra l’altro. Mi stringe forte in un tenero abbraccio e lo sento chiaramente piangere sopra di me. Sento le sue lacrime miste alla pioggia bagnarmi il collo. Non so cosa fare, sono preoccupato. Non parla, non mi dice cosa lo sta turbando.
Io vorrei parlare, capire cosa lo affligge, ma le sue intenzioni sono altre. Ancora palesemente sconvolto, mi sfila i pantaloni, apre i suoi e, alzandomi le gambe sopra le sue spalle, mi inforca. Oggi nessuno vuole avere pietà di me. Succede tutto molto in fretta. Mi scopa con molta violenza, niente a che vedere con la delicatezza di ieri notte. A ogni affondo mi guarda negli occhi senza mai smettere di piangere. Senza condividere alcun piacere ma solo preoccupazione, mi lascio fare. Mi gira sulla pancia e continua inesorabilmente a scoparmi il culo da dietro. Però non riesce più a farlo guardandomi negli occhi. Mi scopa con foga, mi fa sentire ogni colpo fino in fondo, come se volesse imprimere il suo ricordo dentro di me.
Dopo l’esplosione che ha scaricato abbondante dentro il mio buco, si lascia cadere sulla mia schiena e singhiozzando condivide infine il suo turbamento “Non possiamo più vederci” il verdetto è inappellabile. Dopo una leggera esitazione prosegue “Patty ci ha scoperti, ci ha visti dalla finestra ieri sera e oggi ha dato fuori di matto”. Alle sue parole ...