1. Un paziente della dottoressa Angela - La prof di educazione fisica


    Data: 27/05/2018, Categorie: Etero Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti

    Dottoressa Angela, mi chiamo Giorgio e sono uno studente di liceo all’ultimo anno. Ho 19 anni e quello che sto per raccontarle è assolutamente VERO! Non mi sto inventando nulla e spero nella sua discrezione e nella sua professionalità. Mi è successo ieri, con la mia professoressa di educazione fisica. Lei ha 15 anni più di me, ma dovesse vederla! Un fisico statuario, alta un metro e ottanta (quasi 10 centimetri più di me). Seno prosperoso, gambe lunghissime, polpacci muscolosi e spalle larghe… Lunghi capelli castani, stranamente quasi mai raccolti nonostante il lavoro, una grande bocca carnosa e due grandi occhi verdi. Il tipo di donna che non può non fartelo venire duro, ma che potrebbe anche prenderti a pugni se le fai girare le palle. Una sorta di Wonder woman, insomma. La dominatrice perfetta. Prima di iniziare le lezioni, obbliga gli studenti a fare 30 flessioni, e se uno non le fa nella maniera corretta, lei gli piazza la sua scarpa da ginnastica numero 43 sulla schiena, mentre con dolcezza gli ripete “vai più giù, vai più giù!”. Con me lo fa sempre, e sentire il suo piede che spinge sulla mia schiena mi eccita moltissimo, tant’è che preferisco sempre indossare la tuta piuttosto che i pantaloncini leggeri, perché potrebbe notare la mia eccitazione. Comunque, ecco la mia storia: Qualche giorno fa, durante l’ora di italiano, la prof di educazione fisica entrò in classe, chiedendo al suo collega se potesse parlare con me per 5 minuti in privato, fuori dalla classe. Lì per ...
    ... lì mi sono spaventato, ma in realtà non avevo fatto nulla di male. Siamo usciti insieme dalla classe. Era vestita con una nuovissima tuta in nylon della nike, verde scuro. Mi mise una mano sulla spalla. La guardai dritta negli occhi; l’avrei baciata, tanto sono innamorato di lei. Avrei messo la mia testa tra i suoi seni e avrei inspirato il suo odore celestiale. Avrei leccato la sua tuta di nylon fino alle caviglie, dove avrei leccato pure le scarpe della nike bianche e consumate. Lì, in mezzo al corridoio; tanto eravamo soli! “Dunque Giorgio, ti ho tenuto d’occhio durante le lezioni”. Avevo paura che avesse scoperto che mi comportavo in modo strano con lei. “e… Non sei esattamente il ragazzo più veloce della scuola, ma hai una grande resistenza! Per me sei uno dei migliori 20 che possono competere per la maratona!” Ah ecco. A metà febbraio la scuola organizzava sempre una specie di “olimpiade in miniatura” nel grande cortile della scuola. Nella disciplina della maratona in pratica bisognava girare intorno all’edificio principale per una quarantina di volte, e il primo che arrivava non vinceva assolutamente niente, ma si beccava l’onore di rappresentare la propria scuola al campionato scolastico cittadino. In realtà non mi andava per niente. Avrei preferito fare scuola piuttosto, ma potevo forse deludere la mia professoressa? Mentre mi guardava sorridente sentivo le mutande gonfiarsi, così sorrisi a mia volta e le dissi “Certo, quand’è?” “stupendo!” disse lei. Fece scivolare ...
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