Tramonto II
Data: 29/05/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Akai_
Cosa stava facendo? Non si riconosceva più… All’inizio pensava fosse solo una curiosità da parte sua, innocente, senza conseguenze. Poi aveva sbirciato oltre quel labile confine del moralmente accettato ed era stata risucchiata. Mentre percorreva a grandi falcate il nuovo mondo era fermamente convinta di riuscire a tornare alla sua normalità in qualunque momento. Ma allora che ci faceva lì? Era metà mattina e non aveva un appuntamento, eppure si trovava a guardare quel vecchio portone al di là della strada. Era un caso che era semi-nascosta dietro un suv? Per niente. Si vergognava di essere lì, ma non riusciva a farne a meno. Continuava ad essere indecisa se attraversare la strada ed andare a suonare al campanello con la targhetta sbiadita. E se le avesse aperto?! Cosa avrebbe detto? Come giustificarsi? Che poi non era neanche detto che fosse in casa, dal di fuori non si intuiva nessun movimento, quindi magari…In quel momento il pesante portone si aprì e lui apparve in strada, a lei venne un colpo quando le parve che l’avesse vista e si appiattì, per quello che poté, addosso alla macchina. Sempre più stupida, pensò tra sé mentre si malediceva per la sua reazione. Prendendo un minimo di coraggio guardò attraverso i finestrini per capire se lui l’avesse effettivamente riconosciuta. Non sembrava, stava camminando nella direzione opposta, fino a sparire dietro l’angolo.Alla fine si era rivelato tutto inutile essere andata fin sotto casa. Era più che plausibile che non sarebbe ...
... tornato a breve e non poteva mica starsene lì in strada per delle ore per poi finire di nuovo a chiedersi se era il caso di suonare al campanello.Sovrappensiero iniziò a camminare, era solo un caso che si stesse dirigendo nella stessa direzione di lui. Arrivata alla svolta, senza accorgersene, diete un’occhiata proprio per quella via e lo vide in lontananza camminare con calma. Ancora una volta si sorprese nello scoprire, come osservandosi dall’esterno, quasi se non avesse il controllo di sé, che lo stava seguendo, da molto distante, non per raggiungerlo, ma per vedere effettivamente dove era diretto. Si fermò a comprare un quotidiano e poi riprese a camminare fino ad arrivare ad un bar, si sedette ad uno dei tavolini all’esterno ed iniziò a leggere.Ed ora? Lui si era fermato, lei era nascosta dietro un albero, che patetica, una stalker del peggior tipo, proprio senza dignità, solo questo le passava in mente mentre lo vedeva lì fermo mentre spiegava le grandi pagine o mentre dava il suo ordine al cameriere. Che fare? Era in pubblico, troppa gente, doveva andare via, se qualcuno che la conosceva l’avesse vista sarebbe stato difficile dare una spiegazione, o magari poteva rimanere nascosta lì ed aspettare che lui tornasse a casa… ma non c’era nessuna garanzia che sarebbe andato e poi, tra quanto?Basta, si disse, ed iniziò a muoversi verso il bar a passo deciso. Man mano che si avvicinava però, si rese conto che non sapeva cosa dire ed inconsciamente rallentò l’andatura. In testa ...