1. Monica. Una moglie si racconta -Raccolta di fatti ed esperienze scritte e sparse qua e la in rete.- 2


    Data: 01/06/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Monica Prof.

    ... dovevo. Ma comunque lei di me non si ricorda proprio vero? - Monica con moltissimo sforzo e voglia di andare via da lì, ha risposto: - beh se era cliente della videoteca che mio marito, accentuando fortemente la parola marito affinché i due capissero, aveva quando eravamo fidanzati e dove qualche volta andavo ad aiutarlo, ci saremo visti lì Il tizio: - Prof. Non solo. Io ero custode a scuola a …………… dove lei per un mese ha fatto una supplenza. In quel momento nella memoria di Monica alcuni flash, spezzoni di scene, di ricordi, poi tutto chiaro, la scena completa. Bruno, il custode di una delle scuole dove essendo precaria ogni anno veniva destinata e in cui aveva fatto una breve supplenza. Uno degli istituti di scuola superiore della provincia. Viaggiava per una quarantina di kilometri andata e ritorno per quattro volte a settimana. Bruno al quale senza volerlo, un giorno, lei ha offerto lo spettacolo delle cosce completamente scoperte mentre scendeva dalla macchina. Aveva un vestitino leggero, era primavera inoltrata e come ha messo un piede fuori dalla macchina una folata di vento le ha scoperto le gambe fino alle mutandine, mentre voltata verso il sedile passeggero si sistemava i libri che le servivano per la lezione. Quando si è voltata lui era lì, in piedi vicino allo sportello con lo sguardo fisso sulle sue cosce ben tornite. Belle, meravigliose e arrapanti come davvero poche donne le hanno. Si è subito tirata giù il vestito ma ormai lui le aveva visto anche le ...
    ... mutandine di pizzo rosa. La visione dell’uomo che le fissava le cosce l’ha accompagnata per lungo tempo e ogni volta che lo incontrava a scuola cercava di distogliere lo sguardo, sentiva un brivido sulla schiena. Un altro giorno che non le si avviava l’auto e lei ha cercato di mettere mani al motore con il risultato di sporcarsi mani e un po’ i pantaloni senza che ci capisse granché di motori, lui era intervenuto e le aveva permesso di ripartire. Poi lui, Bruno, l’aveva invitata ad entrare a casa sua, la casa del custode, quindi all’interno del recinto della scuola, per lavarsi le mani e darsi una rinfrescata, ma lei non ha accettato un po’ perché aveva fretta e si sarebbe sistemata a casa, ma anche perché si era sentita letteralmente palpata e accarezzata sulle cosce dallo sguardo di quell’uomo. Tornando a casa aveva anche pensato che se avesse messo piede dentro quella casa, altro che rinfrescata si sarebbe presa! Lui se la sarebbe fatta. Lo aveva immaginato in bagno o a letto mentre pensandola era intento a farsi una sega. Adesso gli era davanti. C’era un altro uomo, un possibile testimone in caso di necessità, ma più che testimone, lei lo percepiva come complice di Bruno. Lui ha continuato: - Poi Monica, posso chiamarla Monica Si vero? Non se ne ha a male!? Lei non ha risposto. Lui allora:- Dicevo, c’è un altro avvenimento di cui siamo entrambi a conoscenza: in Comunità avevate un ragazzino, Mirko. Giusto? Lei seguitava a non rispondere e lui la sollecitava: giusto Professoressa ...
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