1. Monica. Una moglie si racconta -Raccolta di fatti ed esperienze scritte e sparse qua e la in rete.- 2


    Data: 01/06/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Monica Prof.

    ... stringere le cosce una sull’altra ha risposto no, imprigionando la mano dell’uomo tra le sue gambe Remigio: - Sei bollente- e nonostante lei tenesse le cosce strette l’una sull’altra,con la mano forte, possente, era risalito tra le carni soffici della professoressa. Il contatto con la pelle liscia e calda lo eccita da morire, insieme al calore che sente sulla mano tra quelle cosce di donna. Con i polpastrelli le accarezza la figa attraverso le mutandine, poi, afferrandone l’elastico, le sposta di lato cominciando a passarle la punta del medio tra le labbra e tra i peli. Lei, tirando la testa all’indietro, con un tono di voce un po’ alto si lascia sfuggire un “NOOO” gutturale, quasi un lamento, tanto che dalla platea che avevano davanti, con la file delle ultime poltroncine a tre metri dalla consolle, arriva un “sssstttt” come invito a fare silenzio Il buio in sala, la Consolle dietro l’ultima fila di poltrone e una tovaglia che coprendo il banco arriva fino a terra in tutti e quattro lati, più la gonna lunga di Monica, mettono al riparo i due dall’essere visti da qualcuno che avesse rivolto lì lo sguardo buttandovi l’occhio per caso. Lei che poggia le mani sul tavolo, le ginocchia le cedono e senza volerlo permette al medio dell’uomo di penetrarla, fino in fondo, in un colpo lo ha tutto dentro fino alla nocca. L’uomo che sempre a bassissima voce le dice: Lo volevi, troia, eh? Non vedevi l’ora di avere qualcosa dentro la figa, dì la verità, puttana! Lo sapevo che tuo marito ...
    ... non bastava a domarti e dietro quell’aria da perfettina schizzinosa e snob, nascondi una gran porca. Sei tutta sesso. Vedrai d’ora in poi come sarai soddisfatta! Dicendo questo le tiene il dito ben piantato dentro, lo muove tirandolo fuori e rinfilandolo di colpo, tutto, fino in fondo, per due volte e continuando a muoverlo mentre è ben piantato dentro. Lei non ce la fa più. Cerca di resistere ma vorrebbe lasciar libero di esplodere l’orgasmo che sente in arrivo. Si contorce, muove i fianchi, il culo e le cosce, si morde le labbra per non urlare, poggia i gomiti sul tavolo e viene con scatti incontrollati del bacino che le fanno portare ancora di più la figa verso il dito, lo stringe involontariamente con i muscoletti interni della vagina, lo cattura allagando la mano dell’uomo, inzuppandola con il suo miele, come le mutandine e le calze con il liquido che le scende sulle cosce. E’ sicura che qualche goccia sia finita anche sulla moquette. -Mi vorrei sedere- ha sussurrato Monica con un filo di voce, mentre sconvolta, con i capelli arruffati, cercava ancora con gli avambracci poggiati sul tavolo della strumentazione, di resistere per non cadere in ginocchio per terra La risposta sprezzante di Remigio: - Prenditi quella sedia che c’è li alla parete, lì dietro. La vedi? O hai la mente talmente annebbiata dal sesso che non riesci a vedere altro? Monica: - Per favore! Lo supplicava. Lui, facendo pesare ogni gesto, come a dire: ma guarda cosa mi tocca a fare per questa qui, le ha ...
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