1. Monica. Una moglie si racconta -Raccolta di fatti ed esperienze scritte e sparse qua e la in rete.- 2


    Data: 01/06/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Monica Prof.

    ... visto che c’ero gli ho detto che a quel punto se si fosse fatto molto tardi, anche se avrei fatto di tutto perché ciò non succedesse, avvisavo una collega che abitava in quel paesino e le avrei chiesto di ospitarmi. Arrivati al locale e impegnato un tavolino e un divanetto, le bevande hanno cominciato a circolare, ma i ragazzi, come promesso si limitavano a coca, aranciata e qualche birra piccola. Quella coca-cola, però nei suoi ultimi passaggi aveva anche del wisky e me ne sono accorta al terzo bicchiere, quando volendo andare in bagno non riuscivo quasi ad alzarmi dal divanetto in cui ero sprofondata, tanto che Martina mi ha aiutata e accompagnata in bagno. Mente passavamo tra chi ballava e chi stava al banco del bar, un commento:- io queste indiane me le scoperei volentieri. Anche se non vogliono; con una manata sulla natica che però insistendo nel non mollare la presa mi si stava praticamente infilando tra le cosce, mi ha gelato. Fermandomi e voltando lo sguardo ho visto un uomo basso e tarchiato, sulla sessantina, alto non più di me circa un metro e sessanta, che dava l’idea del torello, grassoccio ma forte, abbastanza ben messo a livello muscolare. L’ho fulminato con lo sguardo. Lui, con sfida: – Che c’è? Non sei una ragazzina ma sei ben messa, se vuoi ti accompagno in bagno, con una risata, così mi faccio te e questa troietta. Chi è tua figlia? Riferendosi a Francesca che mi accompagnava e che mi ha tirato via dicendo di lasciar perdere. In effetti aveva ragione. Non ...
    ... ci saremo potute difendere. Ha provato a toccarmi ancora, ho fatto un balzo all’indietro urtando un tavolino e rovesciando un bicchiere il cui contenuto mi è finito sulle calze. Chiedendo scusa mi sono offerta di risarcire ma l’offerta è stata declinata. Siamo entrate in bagno e Francesca mi ha consigliato di togliermi le calze fradice di liquore. Quello che non volevo stava succedendo. Gambe nude sotto il vestito, non corto ma quando mi sedevo, a causa anche delle frange, scoprivano gran parte di cosce. Poi, su quel divanetto l’indumento saliva ancora rischiando di mettere a nudo il triangolino bianco delle mutande. Nell’oscurità non ci si faceva caso, ma chi guardava, vedeva e i ragazzi, lo sguardo lì, lo puntavano eccome! Tornate al tavolo si erano avvicinati due ragazzi evidentemente amici dei miei alunni, ridevano e scherzavano, uno nel vedermi: – cazzo, bella indiana! Piero il mio alunno: – è la prof ci ha accompagnato altrimenti, niente donne ahah….. L’altro ragazzo prof si accomodi sul divanetto, si sta meglio. Mi si è seduto vicino e per far posto a Francesca la sua gamba era incollata alla mia, muovendola mi accarezzava la parte esterna della coscia. Come si accarezzava la gamba toccava anche la mia. Il loro accento faceva capire la loro provenienza da zone slave. Altri sorsi di bevanda e una fiaschetta comparsa dalla tasca. Ho subito chiesto cosa fosse. E’ liquore di arancia, lo fa mia zia, non è molto alcoolico lo assaggi! Quella bevanda aveva altroché la sua buona ...
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