Monica. Una moglie si racconta -Raccolta di fatti ed esperienze scritte e sparse qua e la in rete.- 2
Data: 01/06/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Monica Prof.
... dose di alcool, cominciavo a essere assorta nei miei pensieri e a non tener d’occhio i ragazzi che intanto erano in pista a ballare. Lo slavo rimasto al tavolo mi ha invitata in pista, c’era un lento, non volevo, ma lui: – dai così si muove e sente meno le bevande! Ho accattato pian piano la mia testa si poggiava sulla sua spalla e le sue mani scendevano dai fianchi sulle cosce. Volevo bloccarlo ma lo lasciavo fare. Con la sua bocca al mio orecchio: – Sei bella; piena, morbida come piacciono a me le donne: mi piacciono le donne grandi. Sanno scopare bene. Volevo staccarmi da lui, ma non ne avevo la forza. Intanto l’altro slavo è arrivato dietro mentre i miei alunni andavano al tavolo. Mi sono sentita distintamente una mano ad accarezzarmi le natiche e un dito a infilarsi tra esse. Ho raccolto le forze fiondandomi sul divano ma senza far capire nulla ai miei alunni, Le ragazzine si sono alzate per andare in giro. Ero con i tre maschi. Lo slavo che mi aveva invitata a ballare ha detto: – signora, se vuole l’accompagno fuori a prendere un po’ d’aria. Il mio alunno ha detto che mi avrebbe accompagnata lui, ma il tizio ha ribadito: – magari voi tenete d’occhio Francy e Martina, non si sa mai. Io come un automa senza controllo mi sono lasciata abbracciare dallo slavo che all’uscita ha parlato con il buttafuori forse dicendogli che da lì a poco saremmo rientrati. Ci siamo allontanati, lui mi sorreggeva con il suo braccio sotto la mia ascella, la sua mano aveva così facilità di ...
... palparmi il seno. Il mio braccio attorno al suo collo e mi teneva la mano perché non scivolasse via, più che camminare, mi faceva avanzare lui e io muovevo i piedi uno dopo l’altro per inerzia ma non mi rendevo conto, E’ così che mi sono ritrovata all’intero di un cancello aperto, praticamente nell’androne semibuio di una casa in costruzione. Spalle attaccate al muro, un braccio del ragazzo a cingermi la vita con la mano che mi palpava le natiche. Con l’altra cercava di denudarmi i seni e io non reagivo, avrei voluto prenderlo a schiaffi, ma mi lasciavo fare tutto. Mi ha abbracciata tirando giù la lampo del vestito dalle spalle. E’ riuscito a denudarmi le tette, le impastava, le frugava, ci immergeva in mezzo la faccia, me le baciava succhiandomi i capezzoli. Intanto la sua mano era tra le mie ginocchia e come saliva si portava su il vestito. Non avendo più le calze, le mie cosce erano nude e questo non gli dispiaceva affatto: – mmm belle cosce polpose, soffici tutte da palpare come piace a me. Sei tutta da godere-. Lasciami porco. Non voglio togli quella mano-. Non ci penso proprio. Vedrai come ti preparo. Le cosce strette non impedivano alla mano di risalire fino alle mutandine e nonostante tutto a spostarne l’ elastico per strusciare sulle labbra della figa. Un attimo di sbandamento, nonostante fossi stretta tra lui e il muro, mi ha costretta a mollare la presa e aprire leggerissimamente le gambe. Quando poi le ho serrate di nuovo, il suo dito era già dentro in vagina e con il ...