1. Prima volta


    Data: 04/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Lycylle, Fonte: RaccontiMilu

    ... ovviamente, non solo. Poi un pomeriggio ricevetti un suo messaggio con scritto: “senti io mi sono rotto di andare avanti così, o ci incontriamo o la smettiamo, ti voglio e sono stanco di farmi le seghe guardandoti su un monitor”. Non gli risposi subito, aspettai la sera quando tornato dal lavoro lo chiamai in videochat. “Dobbiamo parlare di qualcosa?” gli chiesi subito. “Si” disse lui, “non ha più senso andare avanti così, o ci incontriamo o tanto vale smettere, mi spiace essere io a dover fare questo passo ma è così”. “Perché mi fai questo?” gli chiesi, “sinceramente non credo nemmeno di essere gay, mi piace questo gioco e mi va bene così”. “No, tu vuoi di più e lo sai” rispose, “non c'entra niente l'essere gay, lo so che ti piace la figa e piace anche a me, si tratta di divertimento, di sesso puro, di cose che solo fra maschi si possono fare e che se non farai adesso un giorno ti pentirai di non aver provato”. Discutemmo a lungo della cosa e mi convinse ad andarlo a trovare a casa sua per un week end, saremmo andati al mare assieme e se me la fossi sentita, una volta rimasti soli in casa, avremmo provato con la promessa che se non avessi voluto, se mi fossi tirato indietro, lui avrebbe rispettato il mio volere. Mi venne a prendere alla stazione ferroviaria, scesi dal treno e non lo vidi poi il mio cellulare squillò, risposi e lui mi disse: “hey, ti vedo, vedo il tuo magnifico culetto in lontananza”. “Dove sei?” chiesi. “Fermo così, non ti voltare, voglio ammirare il tuo ...
    ... culo mentre diventa più grande mano a mano che mi avvicino”. “Non vorrai mica scoparmi qua alla stazione?” risposi con tono scherzoso. “Sarebbe bello ma poi ci arresterebbero, poi magari ci mettono in celle separate e va a finire che ti scopa un altro”. “Accidenti, no! Se qualcuno avrà il mio culo, quello sarai tu” risposi, poi mi misi a ridere e nel tempo in cui risi lui arrivò abbastanza vicino da mettermi una mano sulla spalla, riattaccare il telefono e farmi sentire la sua voce dal vero che diceva: “puoi voltarti adesso”. Mi voltai e vidi un uomo sulla quarantina, di bella presenza alto circa dieci centimetri più di me, con due mani enormi ed un fisico chiaramente curato e palestrato e pensai: “se non ci vai a letto sei veramente uno scemo”. Ci stringemmo la mano e ci scambiammo un paio di baci sulle guance, poi ci incamminammo verso l'uscita chiacchierando di come era stato il viaggio fino a che giungemmo alla sua macchina. “Bene” mi disse, “vuoi andare in spiaggia subito o vuoi prima passare a casa mia per posare le tue cose?” “Beh, non ho il costume addosso e una rinfrescata me la darei volentieri, ho sudato molto in treno durante il viaggio” gli risposi. “Il costume te lo puoi mettere in spiaggia, se vuoi, non ti guardo, tranquillo” disse sorridendo. “Non c'è nulla che tu non abbia già visto” risposi. “Averti qua davanti è diverso, fidati” mi disse, “comunque se vuoi passare a casa nessun problema, non vorrei sembrarti inospitale, è che sono già le due del pomeriggio e ...
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