1. Il marchettaro - 3


    Data: 09/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano

    ... inesorabilmente. Alzai lo sguardo in alto forse a chiedere aiuto e comprensione al maschio che avevo in bocca, con le lacrime agli occhi, ma lo vidi assorto ad assistere all'eccitante miracolo della scomparsa di quella dura colonna nel mio corpicino, continuando a muovermi la testa sul suo cazzo sempre più pronto ad esplodere.
    
    "Yeah... yeah... take it all fucking boy" continuava a dirmi mentre avanzava nelle mie budella.
    
    Non potevo crederci quando, benché straziato dal dolore, percepii il contatto del mio culetto con i ricci del suo pube.
    
    "Incredible" disse il nero. "Incredibile" gli fece eco il mio cliente.
    
    Cominciò allora a scoparmi con scatti duri e profondi sempre più lunghi e più veloci. Il mio buco produceva un rumore di sciacquettio e mi sentivo come avere uno stura-lavandino dentro al culo che, all'inizio, aderiva alle pareti del budello ma poi sempre meno con l'aumento della velocità. Mi stava letteralmente sventrando.
    
    Anch'io cominciai a godere. Sentivo tutto il desiderio animalesco di quel toro da monta, tutta la sua soddisfazione nell'aver finalmente trovato un buco a sua misura, forse la nascita del suo amore per me (e forse anche del mio per lui). I gemiti di tutti e tre, i rumori dell'amplesso, l'odore dei sessi e del sudore si fusero in un "unicum" ineguagliabile.
    
    Guardai ancora in alto proprio mentre lui staccava lo sguardo da quelle immagini oscene ed lo abbassò verso di me. Vide le mie labbra sulla sua erezione ormai violacea, vide la mia ...
    ... giovane faccia 'innocente' rigata da lunghe lacrime mentre, in contrasto, negli occhi vi leggeva la troiaggine più pura. Questo bastò per farlo esplodere dentro la mia bocca. Si piegò in avanti e poi indietro con un grugnito da animale ferito, sparandomi dentro forse una decina di abbondanti schizzi di sborra che gustai uno ad uno prima di ingoiarli avidamente.
    
    Quando quelli finirono anche il treno che mi stava scavando le budella, comprendendo quello che era successo, ruppe gli argini. Il nero tirò a sé i miei fianchi, che teneva saldamente, affondandomelo fino allo stomaco. Un lunghissimo urlo liberatorio accompagnò la quantità enorme di sperma che mi allagò la pancia. Quell'urlo coprì il mio gemito di goduria che accompagnò lo scaricarmi sulle lenzuola.
    
    Rimanemmo fermi così per qualche secondo a riprendere fiato. Il nero si abbassò sulla mia schiena e mi coprì di baci il collo e la nuca. Il mio cliente se lo sfilò dalla mia bocca e si alzò dal letto cominciando a rivestirsi.
    
    "Vedi? Avevo ragione. Sei riuscito a soddisfarlo. Sono certo che vi metterete insieme", disse scompigliandomi i capelli, "ma non ti libererai di me tanto presto".
    
    "Come insieme? Ma non torna in America?" dissi io, schiacciato sul letto da quella montagna di muscoli.
    
    "Macché. Lui rimane qui per qualche anno. Farà l'allenatore di una squadra italiana. Ah, a proposito, mi ha detto che lui ne fa almeno tre di seguito".
    
    Mi resi conto solo allora che quello che avevo dentro era ancora duro ...