-
Una botola per paolo
Data: 17/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Honeymark
Questo racconto è stato scritto per Paolo, di Bologna. Gli era piaciuto il racconto «Una frusta per Giò» e si era offerto di mettersi al posto della bellissima donna frustata. Detto fatto, ecco il racconto con la sostituzione di persona. Ricordo ai lettori che è un racconto sadomaso. Una Botola per Paolo Io e mia moglie Marika eravamo in vacanza a Bangkok, quando accadde un fatto increscioso a un nostro collega di viaggio. Si chiamava Paolo, era di Bologna ed era un po’ timido. Si era confidato con mia moglie e lei aveva intuito che gli piacevano gli uomini e che avesse preferenze sadomaso passive, cioè maso. Nulla da ridire, i gusti sono gusti e, dato che legava solo con lei, stava sempre con noi. Ma poiché la fortuna è cieca mentre la sfiga ci vede benissimo, si andò a ficcare in un vero e proprio guaio. Aveva preso un’auto a noleggio dio sa per far cosa e, ignaro forse che in Thailandia si viaggia sulla sinistra, al primo incrocio combinò l’incidente dell’anno: 15 automobili fracassate di cui quattro taxi in attesa di clienti, cinque motociclisti buttati a terra (al ritorno lo avremmo chiamato scherzosamente «motociclasta» storpiando il significato della parola), tre negozi sfondati e un vigile addetto al traffico buttato con le gambe in su. Insomma lo hanno arrestato. Poi hanno chiesto al nostro gruppo se c’era qualche amico disposto d andare a parlare con le autorità che lo detenevano, ma solo io e mia moglie fummo disposti ad andare a vedere ...
... cosa potevamo fare. - E’ stato processato per direttissima – ci hanno detto. - ed è stata condannato alla botola. - In cosa consiste? - Vede, il vostro amico ha fatto solo danni. Ed è assicurato. Per cui una piccola detenzione o una forte multa non servirebbero a nulla. Invece una punizione corporale, come si usa da noi, farà benissimo. - D’accordo, ma in cosa consiste? - Vi abbiano chiamato perché il giudice ha decretato che la pena venga scandita da un’amica del condannato e che alla punizione partecipi un amico. - Si spieghi, per favore. Cos’è che dovremmo fare? - In pratica - spiegò, - se accettate, la signora starà al piano di sopra e, guardando in faccia il condannato, ordinerà a chi sta al piano di sotto, cosa devono frgli. - Piano di sopra? Di sotto? - Sì, il condannato viene infilato in una botola in modo che rimangano fuori solo la testa e le braccia. Il corpo lo vedono solo gli aguzzini che stanno al piano di sotto e devono applicare la pena dettata dalla testimone giudiziale. La sua signora in questo caso. - Non dovrà mica mia moglie a decidere la pena, spero… - Commentai. - No, c’è una scaletta massima di 40 interventi successivi previsti dalla legge e il giudice stabilisce quanti step debba subire. - E il povero Paolo, quanti se ne è guadagnati? - Venti. - Ossignore, la metà… - Beh, non ha fatto quel che si dice un… graffietto a un’automobile. Quella sera ci presentammo tutti due alle ore 20 alla casa di pena Day ...