1. Una botola per paolo


    Data: 17/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Honeymark

    ... Punishment Depoh.
    
    “Tutto in un giorno”, recitava spudoratamente lo slogan del carcere. Come un “day hospital” al contrario.
    
    Mostrammo i documenti, guardarono negli elenchi, dopodiché portarono Mia moglie Marika da una parte e me con altra gente da un’altra.
    
    Ci portarono in un’anticamera, dove ci controllarono col metal detector e poi ci fecero passare in una stanza buia dove eravamo soli, in quattro. Chiusa la porta, ci vennero a prendere due valletti, un ragazzo e una ragazza sui vent’anni. Entrambi thailandesi, a torso nudo, vestivano come schiavi orientali abiti trasparenti, mostrando quasi tutto.
    
    - Ci trattano con i guanti… - Dissi a un collega.
    
    - Rappresentiamo il braccio duro della legge.
    
    - Ostia…
    
    Intanto Marika era stata accompagnata nella sala della botola. C’erano una decina di sedie, cinque a destra e cinque a sinistra, ma il suo posto era centrale, davanti a tutti. Lei, “esecutrice di pena”, aveva anche un tavolino, sul quale appoggiò i fogli che le avevano dato. Aveva anche un microfono per dare le disposizioni al piano di sotto e un piccolo monitor solo per lei, in modo che potesse seguire cosa accadeva dove non vedeva.
    
    Due metri più avanti della postazione di Marika c’era una botola, chiusa.
    
    Noi invece eravamo entrati in una grande sala, con una pedana quadrata nel mezzo e otto sedie a due metri di distanza dalla pedana. In una parete c’erano degli scaffali con degli strumenti che non volli guardare.
    
    Sopra la pedana, una botola, ...
    ... chiusa.
    
    - Manca poco, - ci disse il valletto. – Mettetevi comodi.
    
    Eravamo in tutto in quattro, oltre ai due valletti, anche se i posti erano otto. In quel caso due donne e due uomini.
    
    Ci eravamo appena seduti, quando si avviò una musica di sottofondo, dopodiché una registrazione ci dava il benvenuto e ci invitava a fare quello che ci veniva dettato dall’alto. Ci ringraziavano nel nome dello Stato per il servizio che avremmo reso al Paese.
    
    Sopra avvisarono Marika che sarebbe entrato il condannato e le chiesero se aveva qualche dubbio.
    
    - No, - rispose. - Credo di aver capito.
    
    - Mi raccomando, - precisò il carceriere. - deve leggere ad alta voce al microfono la pena che il condannato deve subire. Step by step. Deve capirlo il condannato, ma devono capirlo anche gli operatori al piano di sotto, i quali partiranno quando lei darà il via.
    
    - Chiaro, grazie.
    
    Prima fecero entrare il pubblico, formato da gente del posto.
    
    Poi introdussero Paolo, che era pallido come un lenzuolo. Indossava una specie di camicia da notte gialla, larga e lunga fino ai piedi. Non era legato, ma accompagnata da due omaccioni in divisa.
    
    Marika e Paolo si guardarono in faccia, sapendo che non avrebbero potuto rivolgersi la parola.
    
    Lo tennero in piedi dietro alla botola, mentre Marika gli leggeva la condanna con una certa emozione. Il testo non scendeva nei dettagli, ma precisava solo che ci sarebbero stati 20 gradi di punizione.
    
    - Step Numero Uno! – Disse Marika ad alta voce ...
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