Una botola per paolo
Data: 17/06/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Honeymark
... davanti al microfono. – Si apra la botola.
Noi al piano di sotto avevamo sentito tutto e alzammo gli occhi al soffitto, che sarà stato alto due metri e mezzo, forse meno. Non troppo basso per un’abitazione, ma non certo alto per una sala così grande.
Sentimmo rumore e vedemmo scendere dal soffitto la luce della sala superiore: avevano aperto la botola.
- Step numero due! – Disse a voce alta Marika. – Il condannato sia introdotto nella botola.
I due robusti poliziotti presero Mirco per le braccia, lo sollevarono di peso e lo portarono alla botola. Poi, con calma ma con navigata precisione, gli infilarono i piedi nella botola e poi lo fecero scendere fino alle braccia. La botola non era un semplice buco sul pavimento, ma fatta apposta per quello scopo. Quando l’avevano aperta avevano sistemato delle imbottiture su in modo che potesse restare appoggiato alle braccia a lungo senza soffrire troppo. La pena doveva essere più umiliante che punitiva.
Noi, da sotto, vedemmo entrare il corpo fino alle braccia di un giovane uomo nudo.
Restammo tutti senza fiato col viso all’insù, affascinati sia gli uomini che le donne. Pare impossibile, ma la visone di un uomo nudo, sapendo che era a nostra disposizione senza che potesse vederci, era comunque qualcosa di arrapante in tutti i luoghi, in tutti i sessi e in tutti i tempi.
La dominazione è proprio trasversale.
- Se fosse stata una donna, - mi spiegò la ragazzina di servizio, - l’avrebbero fatta scendere con ...
... mutandine, calze e reggicalze, lasciando che foste voi a denudarla.
- In effetti, - dissi pensandoci - deve essere uno spettacolo!
- Infatti – sorrise maliziosa. – Ma anche sosì… Lo guardi.
Sapevo che a anche Marika che vedeva il piano di sotto con una telecamera collegata al suo piccolo monitor.
- Step numero tre, - disse ancora Marika. – Gli operatori possono socializzare con il condannato. Possono toccarlo, pizzicarlo, palparlo.
Dalla voce, Marika sembrava eccitata, ma sarebbe piaciuto anche a me vedere la faccia di Paolo, senza che lui potesse vederci. Avrebbero dovuto mettere un monitor grande anche per noi al piano di sotto…
Ma la sua reazione la immaginammo non appena qualcuno di noi iniziò ad accarezzarlo e poi a palparlo. Dapprima sembrava volesse lasciarci fare, ma di fronte alla indiscrezione delle nostre mani e le nostre dita scalciava come un cavallo, tanto che i due inservienti, abituati anche a questo, presero il disgraziato per le caviglie e gli tennero le gambe ferme. Uno di noi lo pizzicò violentemente al culo, le due donne gli palparono l’uccello (era moscio), poi i due uomini cominciarono a palpargli le cosce a salire, seguiti poi anche da noi.
Accarezzai e palpai a lungo la base interna del culo, che è la parte che mi piace di più nelle donne. Ma, anche se era un maschio, la rotondità delle sue natiche era davvero invitante e non riuscivo evitare di tenerlo per il culo a piene mani.
- Step quattro. – pronunciò Marika con voce leggermente ...