1. Una botola per paolo


    Data: 17/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Honeymark

    ... tenerlo fermo, mentre il suo collega, dopo aver bagnato con l’acqua il cero, si apprestava a infilarglielo. Tenuto per il cazzo, Paolo rimase buono come un cagnolino, lasciando che l’altro gli introducesse la punta. Non fu una cosa facile, perché il diametro alla fine del cono della punta sarà stato di quattro centimetri. Ma il ragazzo ci sapeva fare e piano piano gli allargò il buco del culo fino a fargli contenere la punta intera. Ovviamente al pendente sembrava di essere impalato e rimase ancora grottescamente fermo, impalato come si dice, domandandosi quanto gli sarebbe dovuto entrare. Ma non dovette pensarci molto.
    
    Il ragazzo infatti aveva preso un mazzuolo di legno, l’aveva portato alla base del cero appena introdotto e, con particolare abilità, diede un primo colpo al cero. Paolo sobbalzò, ma il cero era entrato per 5 centimetri senza far danni. Cominciò a scalciare sconciamente, e verosimilmente a urlare al piano di sopra, finché non ricevette un secondo colpo di mazza che lo fece entrare di altri 5 centimetri. Stavolta l’urlo lo sentimmo anche noi, sia pure filtrato, e cercò di allargare di più le gambe, come per sopportare meglio il palo introdotto. Il valletto diede un ultimo colpo e poi ripose il mazzuolo. Dapprima le natiche del poveretto si misero a tremare come se volessero mangiare il cero, poi cominciò a sbatterle, come se volessero applaudire la riuscita della punizione.
    
    - Step 14 – tuonò mia moglie dall’alto. – Sia acceso il cero.
    
    Non fu ...
    ... un’operazione da poco, perché la punta con lo stoppino era dentro e i due ragazzi dovettero lavorare non poco per recuperarlo dalla base dopo i colpi dati. Poi, finalmente, riuscirono ad accenderlo.
    
    - Pausa caffè. – Disse inaspettatamente Marika dall’altoparlante.
    
    - Che significa? – Chiesi al ragazzino.
    
    - E’ passato il tempo massimo per cui uno resiste penzoloni alla botola. Dopodiché va fatto riposare. Ma già che ci siamo riposiamo anche noi.
    
    Andarono a una consolle e avviarono il meccanismo che alzava la pedana. Dopo una cinquantina di centimetri il disgraziato pendente riuscì ad appoggiare i piedi. Ma il cero non lo spensero, per cui doveva muoversi facendo attenzione a non bruciarsi. Insomma, per lui era un riposo precario e doloroso.
    
    Ci portarono dei caffè e qualche dolcetto secco. Bevemmo serenamente mentre l’altro porgeva il culo indietro salterellando per non bruciarsi.
    
    - Che succede adesso? – Chiesi al giovane inserviente.
    
    - Ci sono gli ultimi stadi, quelli che contano di più. E quelli che vi divertono di più.
    
    - In cosa consistono?
    
    - Ultima fase, - tuonò mia moglie dall’alto. – Pausa finita, si rimetta il condannato in posizione.
    
    Il ragazzo andò alla consolle e riportò la pedana all’altezza iniziale. Gli elastici tennero nuovamente le gambe allargate, il cero illuminava il culo di Paolo come se fosse una lucciolona.
    
    - Che facciamo adesso?
    
    Il ragazzo fece cenno al piano superiore. E difatti arrivarono subito le nuove direttive.
    
    - Totale ...
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