Dal diario di samu
Data: 21/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Nino970
... che si prendeva cura di me tutto preso dal soddisfarmi, era lui che mi stava usando. Mi ha fatto sedere sul divano e mi ha spogliata a poco a poco, spesso continuava a fissarmi. Mi son ritrovata nuda col lui ai miei piedi, sempre con quegl’ occhi fissi sui miei …
“ Mostrami la tua clitoride “ dal momento che avevo abbandonato il duello di sguardi mi sentivo timida e a quella richiesta devo essere arrossita, allo stesso tempo fiera del mio corpo. Ho portato le mi e mani sulle ginocchia nel gesto di allargarle portandogli alla vista il suo desiderio, le ho fatte scorrere lentamente sull’interno cosce fino ad arrivare al pube, con le dita della mano destra sono scesa sotto la mia soffice peluria per andare a ritirare quel po’ di pelle che gliela nascondeva mentre mi portavo avanti sul bordo del divano, il suo desiderio in un piatto d’argento, o quasi. Vi si è attaccato avidamente, mi sembrava un lattante da come mi risucchiava la clito mentre le sue mani mi cingevano la vita. Non ho idea del tempo, tanto, poco, si stava riprendendo tutta l’energia che gli avevo rubato? Lui mi risucchiava e io volavo, le sue mani a percorrere la mia schiena, a premere sulle mie tette sode e poi, all’improvviso si stacca e mi fa girare facendomi appoggiare al schienale. Dopo essere rimasto in contemplazione del mio culo, ogni volta che me lo guardava palpeggiandolo mi passa l’idea di averlo grosso, ha iniziato a penetrarmi, non importavano i miei gusti, i miei desideri, ieri sera bastavano ...
... i suoi.
Mi ha perso in braccio e portata sul letto, sopra di me sprofondava sempre di più in me mentre incessantemente veniva a cercare la mia bocca. Ha continuato a baciarmi per tutto il tempo finchè non l’ho spinto io a sollevarsi, avevo bisogno di respirare più profondamente per ossigenare l’incendio che divampava dentro di me. Si muoveva più lentamente del solito, sprofondava e si ritraeva lentamente. Con i polpacci lo spingevo affinchè potesse penetrarmi di più, con più spinta: “ Sono io che ti voglio brutto stronzone “
Il mio bacino e la mia vagina avevano preso vita autonoma avvinghiandosi ed accompagnando i movimenti del suo pene.
Mi ha conficcato nuovamente lo sguardo negl’occhi quando i nostri orgasmi hanno scosso i nostri corpi. Per un solo attimo ho retto lo sguardo soccombendo alla necessità di chiuderli per lasciare fluire quell’ondata di emozione vagante in me. Col respiro accelerato e quasi ansimante sono tornata a cercare quel suo sguardo, mi ci sono incollata mentre mi alzavo per raggiungere le sue labbra per poi ripotarlo giù addosso a me, il suo calore che si fondeva col mio.
Sì, ieri sera abbiamo fatto l’amore vicendevolmente.
Senza accorgecene ci siamo addormentati rovesciandoci: mi sono risvegliata dopo qualche ora io in parte sopra di lui, la testa sulla sua spalla, mezzo busto su di lui, la mia gamba destra sopra la sua pancia e a fianco del mio pube palpitava il suo pene. Sono rimasta per un po’ ad ascoltare il suo respiro pieno e ...