La mia vita da Bull 11: Il passato perverso di una casalinga repressa
Data: 22/06/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Bull del nord
... sulla pelle candida di Caterina. Era troppo. Era davvero troppo. Scappai di nuovo verso casa. Odiavo Caterina, non la volevo più vedere. Arrivai a casa con la Vespa abbandonando quella troia. Mi chiusi in camera sconvolta, mi buttai sul letto. Chiusi gli occhi e rividi tutta le scene sconvolgenti e ripresi masturbarmi. Raggiunsi il primo orgasmo della mia vita in meno di 20 secondi. Non contenta continuai e continuai e continuai, passai forse un’ora a procurami orgasmi a ripetizione vivendoli tutti con senso di colpa e sommo piacere. Da allora fu il mio rito quotidiano, appena potevo, appena nessuno mi sentiva le mie dita si mettevano all’opera e la mia fantasia partiva. “Non l’avevo mai raccontato a nessuno”. Non aveva smesso un secondo di masturbarmi seppur durante la narrazione aveva alternato ritmi più o meno sostenuti. Pure il marito aveva ascoltato interessato, rallentando il ritmo della sega. “Avevi parlato di due episodi, questo era il primo” le dissi curioso “Ora ti racconto il secondo ma voglio un piccolo incoraggiamento” mi rispose “Tu!” disse al marito con fare dominante “Leccamela!” Lo stava comandando a bacchetta. Lui senza proferir parola si avvicinò mentre lei si levava le mutandine e si sollevava la gonna, mostrando la sua bellissima figa. “Aspetta! Mettiamo un po’ di aroma” dissi ridendo. Così girai la moglie verso di me e allargandole le gambe presi a strusciare il mio giovane uccello all’ingresso della figa ficcandoglielo dentro pure un paio di volte. ...
... “Ecco, ora è tutta per lei” Gli diedi del lei sottolineandone l’ironia. Il marito senza battere ciglio prese a leccare la figa aromatizzata al sapore del mio cazzo strappando una risata crudele a sua moglie. Lei prese a masturbarmi e a massaggiarmi i coglioni estasiata mentre riprese a raccontare Non volli più vedere Caterina, lei piangeva, mi implorava di spiegarle ma la ignorai. La odiavo non tanto per la sua condotta morale sconveniente ma per essersi dimostrata più sicura e coraggiosa di me. L’estate successiva, quella dei miei 19 anni, la passai in solitaria. Ormai non avevo più amiche e mi andava bene così, erano tutte inferiori e sporche. E ormai avevo il mio nuovo hobby, la masturbazione. Amavo leggere e andavo nella campagna a passeggiare da sola, in bicicletta o in vespa per trovarmi un qualche posto tranquillo dove leggere e, quando annoiata, masturbarmi selvaggiamente. Sarà stato l’imprinting di quell’esperienza voyeuristica ma la natura, il caldo sole sulla mia pelle, il vento tra i capelli, moltiplicavano a dismisura i miei già intensissimi orgasmi. Avevo sperimentato molto, mi masturbavo solo toccando il clitoride o penetrandomi con le dita, nell’ultimo inverno avevo cominciato ad usare pure ortaggi sottratti alla cucina. Penso che in una gelida notte di gennaio, durante una sessione particolarmente intensa, persi inavvertitamente la verginità con una grossa zucchina verde, visto il sangue che la bagnò. Ma tornando all’estate un pomeriggio successe quello che avevo ...