1. La mia vita da Bull 11: Il passato perverso di una casalinga repressa


    Data: 22/06/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Bull del nord, Fonte: EroticiRacconti

    L’euforia della nuova esperienza non mi abbandonò per tutto il giorno successivo, rimasi in uno stato di semi eccitazione per tutto il corso della giornata, fantasticando su quello che avrei fatto a quella mamma vogliosa. Mi sentivo come un drogato, un eroinomane che aspetta la prossima dose, sapendo che avverrà a breve e si pregusta l’attesa. Non mi masturbai per quanto avessi voglia di rivedere nella mia mente quelle eccitanti scene della giornata precedente. Quella signora così perbene, così pudica, così algida trasformarsi nell’essenza stessa della lussuria mi faceva impazzire. Finalmente giunse l’ora di ripresentarsi al “lavoro”. Non pensavo veramente di lavorare, avevo già fatto tutto quello che dovevo il giorno precedente, sapevo che era una scusa per farsi scopare nuovamente. Ebbi la premura di mettere la fotocamera nello zaino, per quanto la voglia mi inebriasse non avevo dimenticato i miei propositi di vendetta. La neve era stata spalata e un freddo sole riscaldava il pomeriggio. Erano le 15 in punto quando bussai alla porta. La mano era ferma, ero sicuro di me, le incertezze della seduzione e del dubbio erano ormai evaporate. Mi aprì lui. Lo sguardo era severo. Deglutii, una piccola nube di diffidenza oscurò il sole della mia certezza. “Sei puntuale, accomodati”. Evidentemente al di fuori del ruolo di cornuto doveva essere un severo e rigido padre. Esattamente come la madre, esattamente come il figlio. D’altronde chi si assomiglia si piglia. “Oggi dovrai piegare ...
    ... le camice”. Non un sorriso, non un’allusione, della moglie nemmeno l’ombra. Mi fece strada portandomi al piano superiore. Portandomi nella stanza matrimoniale. Era probabilmente più grande della mia salotto. Arredata in maniera classica aveva al centro un letto a baldacchino dall’aspetto antico, un caminetto in un angolo e un grosso divano di pelle vicino ad uno scrittoio e una parete coperta da armadi. Su un appendiabiti c’erano qualcosa come 20 camice appese. Il marito me le indicò con un cenno. “Entro 30 minute tutte piegate perfettamente o non ti pago”. Cominciai a pensare di essermi sognato tutto. La libido mi era passata completamente, era come pensare di avere una settimana di vacanza per svegliarsi e scopre che in verità è un'altra giornata di lavoro. Lo sguardo mi intimidiva, ero tornato il timido adolescente che abbassava lo sguardo. Il ricordo di io che mi scopavo sua moglie era ormai lontano anni luce. Chiuse la porta alle mie spalle. Sospirai. Che cazzo era successo? Era parte di un gioco perverso? O ero davvero rincoglionito e mi ero sognato tutto il giorno precedente? Cominciai a piegare le camice alla meno peggio. Mettevo delle t-shirt e pullover, mai messa una camicia in vita mia, non avevo idea di come piegarle correttamente. Ero frustrato e incazzato dalla situazione, dopo 15 minuti le avevo piegate tutte ma facevano cagare. Sentii la porta alle mie spalle aprirsi. Entrò lei. Il mio cuore fece un tuffo, il mio cazzo si impennò. Era bella, bella come una ...
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