1. La mia vita da Bull 11: Il passato perverso di una casalinga repressa


    Data: 22/06/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Bull del nord, Fonte: EroticiRacconti

    ... mattina d’inverno, fredda, gelida ma stupenda. Indossava un semplice vestito da casa grigio, lungo fino alle ginocchia. Ai piedi delle pantofole. Mi guardò, con uno sguardo duro. “Perché sei tornato stronzetto?” La voce era tagliente, ostile, crudele “Te la sei goduta ieri vero? Mi hai violentata davanti a mio marito, mi hai costretta a fare quelle cose”. Quella non era solo bella, era completamente psicopatica. Stava negando, rimuovendo. Non poteva concepire di avere fatto una cosa così estrema e quindi si stava creando in testa una realtà che potesse spiegare il suo comportamento. “un povero pezzente come te… non avresti dovuto tornare” Mentre parlava camminava lentamente nella mai direzione “Ti denuncerò sai? Finirai nella merda, ti rovinerò, rovinerò la tua famiglia. Sarai noto a tutti come lo stupratore”. Mi veniva da piangere, mi veniva da piangere dalla paura e dalla rabbia. Ero solo un ragazzino dopotutto e quella una donna adulta che mi minacciava in maniera estremante efficace. Era ormai a meno di un metro da me. Guardò le mie camice “E questo lo chiami piegare?” la voce si fece più alta, più stridula e per quanto possibile, ancora più sgradevole. Si mosse rapida e decisa, con un colpo di mano buttando tutte le camice per terra. Non ci vidi più, forse la paura, forse la frustrazione ma mi mossi rapido pure io. Le afferrai un polso e glielo girai dietro la schiena come tante volte i bulli avevano fatto con me. La bloccai così sul letto, il suo corpo a contatto col ...
    ... mio. Non parlava più il vestito era affannoso, sentivo il suo cuore battere. Ora non parlava più. Io la tenni stretta. Si girò e mi baciò appassionatamente. Dieci minuti dopo, quando il marito entrò in stanza, la trovò seduta sullo sgabello dello scrittoio mentre le scopavo la bocca. La tenevo per la nuca dando dei colpi di bacino come il giorno precedente glieli davo alla figa. Lei emetteva mugoli soffocati mentre una mano era sparita sotto il vestito. Il marito non disse nulla, lo sguardo indecifrabile. Si lasciò crollare dal letto. Lei lo notò ma non fece niente per fermarmi. “Le vanno bene il camice piegate così?” Gli dissi con arroganza guardandolo negli occhi e accelerando il ritmo e la profondità dei colpi di cazzo nella sua bocca. Lui non rispose, abbassò lo sguardo. Si sedette sul bordo del letto a poca distanza da noi. “amore… perché?” la voce era rotta. Lei lo cercò con lo sguardo senza tuttavia sottrarsi al trattamento umiliante a cui la stavo sottoponendo. “Perché?” chiese di nuovo. Lei mise una mano sul mio addome e io rallentai fino a sfilare il mio cazzone dalla sua bocca. Mi meravigliai che entrava tutto nella sua bocca senza farla vomitare. Lei prese subito a masturbarlo con facilità poiché abbondantemente lubrificato dalla sua saliva. “ Ma tesoro… ti giuro non so che mi prende! Ma guardalo! È perfetto, è perfetto” La sua voce era un misto di perfidia e dolcezza. “vuoi masturbarti cornuto?” Lo disse sottolineando la parola cornuto con particolare derisione ...
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