Il Pompino del Re
Data: 22/06/2018,
Categorie:
Incesti
Autore: Andecar, Fonte: RaccontiMilu
... droga, quando lo vedo mi sento una piccola bambini indifesa, ho bisogno del suo odore per stare bene.Quando viene a trovarci e lo saluto con un bacino, mi trovo a indugiare sul suo collo, chiudo gli occhi e aspiro forte, è come quando da bambina con mio papà affondavo la testa sulla nuca e mi sentivo sicura. Non so come spiegarti, lui è una persona dolce e comprensiva, una persona meravigliosa, ed io non desidero altro quando lo vedo che accucciarmi fra le sue gambe, farei qualunque cosa mi chiedesse.�Dire che fossi sbalordita era dir poco, conoscendo mio papà capivo benissimo le sensazioni di Marta, non sapevo cosa dire, e non so come me ne uscii con un: �Non ci credo.� In realtà ci credevo benissimo, ma non so perché lo dissi.Marta mi guardava in silenzio con quei suoi occhioni spalancati, �Non ci credo� ripetei.�Voglio vedere, voglio vedere se è vero.��Adesso lui non c�è, fai finta di uscire e ti nascondi nello stanzino che da sulla mia camera, lasciamo la porta socchiusa e potrai vedere cosa gli faccio quando siamo soli.� Disse Marta.�Ok, facciamolo.� Corsi nella sua stanza e entrai nello stanzino, Marta si sedette sul letto per essere sicura che niente tradisse la mia presenza.�A posto, è come se non ci fossi.� Io vedevo benissimo tutta la stanza.Il campanello fece un squillo, era lui, potevo ancora uscire, ma aspettai in silenzio. Pochi secondi e Marta entrò nella stanza trascinando mio papà per una mano, lui sorrideva, Marta lo fece distendere sul letto.La guardavo ...
... mentre gli sbottonava la camicia lasciandolo a petto nudo, cominciò ad accarezzarlo con i capelli che gli faceva scivolare addosso, muoveva la testa avvicinandosi ogni volta sempre più verso il basso, gli allargò le gambe e cominciò a strofinargli la faccia sull�uccello ancora chiuso nei pantaloni. Mio padre teneva gli occhi chiusi e aveva una faccia veramente beata.Cominciò a sbottonargli i pantaloni, li tirò via e mio papà rimase con i boxer. Quante volte lo avevo visto in mutande, ma mai avevo pensato al suo uccello, che invece adesso stavo per vedere come mai avevo fatto. Certo qualche volta mi era capitato di intravederlo, ma sempre a riposo, in maniera innocente. Adesso lo avrei visto al suo massimo, eccitato, duro e desideroso di scopare. Mi accorsi di essere eccitata. Di colpo lo vidi, Marta aveva sfilato i boxer e adesso si trovava col cazzo duro di mio padre a pochi centimetri dalla faccia, lanciò uno sguardo verso di me, spostò i capelli per permettermi di vedere meglio e comincio a leccarglielo, leccatine lente, alternate a puntate sulle palle. Papà gemeva, lei sempre piano lo prendeva in bocca e lo succhiava, la vedevo fare su e giù, vedevo l�asta entrare e uscire dalla sua bocca. Mi ritrovai a pensare con orgoglio al cazzo di papà, era veramente bello grosso e io mi sentivo fiera di lui. Un gemito più forte, un colpo di bacino e mio padre venne nella bocca di Marta che sembrava la persona più felice di questo mondo.Lui restava disteso senza muoversi, lei lo leccava ...