1. Intimità 3


    Data: 25/06/2018, Categorie: Etero Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu

    Nanà dovette affrontare con Roberto l'argomento dell'imminente viaggio in itinere. Naturalmente, glielo prospettò come un'occasione per la sua carriera; come durasse solo quattro giorni; come andasse con il suo capo, Gianfranco, che lui conosceva bene e ne stimava la natura di gentiluomo; che era indispensabile per la sua carriera e bla, bla, blà! Alla fine Roby non si convinse, ma, ob torto collo, accondiscese vista l'ineluttabilità dell'evento. Roberto, tuttavia, concluse la conversazione con una frase sibillina: "Allora ti sono creditore di un viaggio da solo." e questo non le piacque. Ma, ormai era fatta e s'era infoiata per questo mal…benedetto viaggio col "Capo". Cercò tutta la notte di analizzare quel sentimento che le cresceva dentro. Non poteva ridurlo soltanto alla categoria di sfizio. Come dannazione succede in tutte le donne il desiderio è concatenato ad un sentimento. E lei riconobbe che il suo stato d'animo stava annichilendo ogni sua resistenza. Voleva proteggere ciò che, "in nuce", era già un grande amore. Ma di che cavolo stava fantasticando? Doveva scacciare quelle fantasie e concentrarsi sul lavoro. Ma, si sa, la gatta torna al lardo. E le diventò impossibile chiudere occhio per tutta la notte, mentre quello stupido, insulso ometto dormiva della grossa accanto a lei. Avrebbe voluto saltargli addosso e cavargli…! Povero, innocuo Roby. L'aveva considerato sempre un minus abens, da quando aveva dovuto prendere atto delle sue desolanti, scarse doti sessuali. Ma ...
    ... perché, allora, se ne era uscito con quella affermazione cretina sul "credito"? Che non fosse così come lo vedeva lei? Che intenzioni aveva? E se fosse stato un…"finocchio"? No, no, non era possibile! Non aveva di quelle fantasie e sembrava accontentarsi pienamente dell'ars amatoria di lei. Insomma, il sesso era regolare, fatte le opportune riduzioni in scala delle quantità di durata e di capacità di penetrazione. O forse era lei che pretendeva troppo. Ore di amore, di congiunzione carnale non erano possibili con lui. E poi chissà se lei l'avrebbe voluto. Si era lei che pretendeva troppo! Occorreva una controprova, una cartina di tornasole che avesse potuto verificare la sua reazione difronte a una situazione più coinvolgente. Cazzo di dubbi! Proprio ora che doveva riposare e cercare di stare più calma possibile. Mentre la pallida Aurora distendeva le sue rosee dita sul soffitto della stanza, lei cadde di colpo in un sonno profondo. Una nube dorata la ricoprì e Giove scese a darle pace. L'avvolse nella soffice coltre e la possedette dolcemente. Tanto era lungo quanto duro lo strumento che la riempiva fino in fondo. E lei si agitava, cercava di uscire dalla costrizione in cui era tenuta. Immobilizzata dal morbido peso che le gravava sullo stomaco e la penetrava profondamente, ipnotizzata da quel dono divino, restava trafitta, offrendosi in olocausto al potente Dio. Provava ondate di calore che salivano dalle pelvi alla testa, facendole scoppiare le tempie. Il cuore accelerava ...
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