1. La punizione


    Data: 25/06/2018, Categorie: Etero Autore: Beinhorn

    ... paparino? Vi mettete comodo su quella poltrona e lasciate fare a me?Sono interdetto. Mi lascio letteralmente piombare sulla poltrona alle mie spalle.Lei termina di togliersi le mutandine e fa per piazzarsi sulle mie gambe.Al che ho un moto di amor proprio. Mi alzo la butto con forza sul letto, le straccio i vestiti (ecco, ora dovrò ricomprarle tutto). Mi sfilo la cravatta. Le lego una caviglia al letto e lascio lì.“No, cara. Se volete una punizione, la punizione sia. Ora vi masturberete senza che io vi tocchi. Mi siedo sulla poltrona e deciderò solo io se e quando avrete scontato la vostra sfrontatezza”“mmmm” è un sospiro di libidine il suo, non di sottomissione. Ma decido di restare irremovibile. “Farò come mi dite. Prometto, voglio essere vostra e farmi perdonare” e lo dice con voce da gatta furba.“Forza, datevi da fare. Se lo spettacolo è di mio gradimento, parteciperò altrimenti vi dovrete soddisfare da sola”“Datemi almeno un manico di ombrello, un mattarello, una zucchina, un cetriolo!”La porcellina. Inizia a piacermi sul serio, dannazione. Vado in cucina. Ho il pestello del ghiaccio, un pezzo di marmo arrotondato che potrebbe fare al caso suo.Glielo porto e vedo i suoi occhi da cerbiatta diventare ancora più grandi. Odio quegli occhi perché so mi ci perderò e prenderò una scuffiata di quelle, ma ormai sono in ballo e balliamo.Preso l’attrezzo, se lo porta in bocca. Io mi risiedo e la osservo. Accendo una sigaretta.Si infila il coso in bocca insalivandolo con fare ...
    ... davvero notevole. Con l’altra mano si strofina il seno. I capezzoli sono già appuntiti, ma insiste nello strizzarli. Va avanti così per qualche minuto. Finché scorre il pestello per tutto il corpo. Arriva sulle labbra della fica, ci gira intorno, compie qualche massaggio appena sotto il monte di Venere. La mano libera intanto divarica appena le labbra mentre vedo il marmo intrufolarsi nella sua eccellente fica senza un pelo. Sospira, socchiude gli occhi. Solleva la gamba libera portandosi il ginocchio verso il petto. Il pestello entra e esce con costanza. Sta godendo la ragazza. Miagola e non certo per la fame. Anche io mi sto eccitando parecchio. Penso a quel pestello, un pestello che difficile abbia mai sentito tanto calore in vita sua.Mi alzo e mi avvicino al letto.Le infilo il pollice in bocca. Mi guarda (gli occhi, maledetta strega!). Socchiude le labbra e mi lecca il dito. Le lascio fare. Poi lo tiro fuori e glielo faccio scorrere sulla guancia, l’orecchio il collo, giù fino al capezzolo duro come un chiodo di pietra. Il ritmo del pezzo di marmo aumenta. Mi chino e le mordo il capezzolo. Un morso non forte, ma le faccio sentire i denti. Sento il calore del suo corpo. Il movimento del suo torso che si inarca finché la ragazza emette un rantolo gutturale prolungato. Il pestello rallenta la frenesia di prima. Dura un cinque, dieci, secondi l’orgasmo. La schiena così inarcata che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.Poi si accascia esausta.Le verso del seltz e una limonata. ...