1. L'importanza di chiamarsi Ernesto


    Data: 26/06/2018, Categorie: Sensazioni Dominazione / BDSM Autore: LorenzoDom, Fonte: RaccontiMilu

    ... serrata. Silenzio, non succede nulla.Improvvisamente sento un rumore sordo, un "paff...", una forte pressione sulle natiche, quasi un morso, e un improvviso calore, che istantaneamente si trasforma in dolore, da sordo ad acuto. Mi ritrovo con la bocca aperta e il fiaco che non esce. E non esce nemmeno al sucessivo colpo, intenso e bruciante. Quello sucessivo, rapido e ravvicinato a primi due, rompe gli arigini ed emetto un urlo. La voce e la mia, ma mi pare emessa da un'altra, un urlo incontrollato, involontario, ma forte. Tanto forte che mi pare di aver preso il controllo sulla mia voce, su quello che voglio emettere e quello che non voglio.Ma in realtà ho solo perso ogni pensiero e razzionalità, voglio solo che quel dolore cessi, che il rumore di quei colpi smetta... ora. L'effetto del quarto colpo &egrave quello di farmi cadere ogni maschera di dignità che mi ero incollata e ripromessa di mantenere in quella circostanza.Questo unico pensiero mi fa dire "basta!" e sopratutto mi fa aggiundere "...ti prego...basta...". Sento chiaramente la mia voce che pronuncia quelle parole, e sento anche quelle, molto flebili della mia amica... "Ernesto... dai basta, ora". Parole solidali alle mie, arrivate in soccorso a perorare la mia richiesta, dette quasi a sottolineare l'assurdità della situazione e della sua estremità.E non me ne frega niente se sto supplicando una persona che disprezzo a rinunciare a sculacciarmi, e non me ne frega niente se lo sto facendo a culo scoperto. Voglio ...
    ... che smetta, non voglio più sentire quel dolore."Smetterla!? E perché dovrei, io ho messo in gioco la mia macchina, ho vinto e ora mi devi ancora quarantasei cinghiate, o meglio le devo io a te... e le prenderai garantito".Sento la faccia rigata dalle lacrime, non ho pensieri coordinati... "nooo... ti prego... bastaaaa...". Sento anche i lamenti e i vari "basta", "non a senso", di Francesca e qualche risposta di ernesto, di cui non distinguo bene le parole.Poi solo i miei singhiozzi che intervallono il mantra "basta...per favore...basta...mi fa male"."Vuoi che smetta!? Vuoi che te le dia più piano!?"... " Si, si, basta, basta, per favore". "E non te ne frega niente di farti ridicolizzare?... da me?". Non peso le sue parole ma solo il tono di proposta, quasi conciliante, il dolore &egrave comunque ancora presente, a motivarmi nella mia incondizionata resa."No non m'importa". "Bene, vuoi che la tua amica rimanga o preferisci che non assista". Quest'ultima frase mi colpisce allo stomaco. A cosa non verrei che assistesse? Capisco il peso di quello che sto per accettare, dello scambio che sto per contrarre, uno scambio comunque in perdita... ma obbligata. Non voglio soffrire più così, non voglio provare più quel dolore.Sono ancora ferma nella posizione di prima, e forse perché, in qualche modo, seppur esponendo il sedere, mi ricorda da lontano la posizione rannicchiata, vi rimango, quasi che, quella posizione che ho adottato per essere colpita, sia diventata, visto sotto un'altro ...
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