1. Festa di compleanno


    Data: 28/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    N.B. il presente racconto contiene descrizioni alquanto forti, inadatte a lettori dall'animo troppo sensibile; i quali se continueranno nella lettura, lo faranno a loro rischio e pericolo.
    
    Un tanfo graveolente di lenzuola sporche, di sudore stantio, di sborra fermentata stagnava nel chiuso della stanza, quando Franz, al secolo Francesco Cinciarelli, cominciò a riprendere coscienza nel letto disfatto. Un barlume di consapevolezza prese a formicolare nelle sue membra abbandonate, nelle braccia, nelle gambe, nella vescica piena; cominciò a insinuarglisi sottilmente sotto le palpebre incollate, a penetrare nel torpore pesante che gli ammorsava la mente.
    
    Franz cominciò ad avvertire qualcosa nel buio assoluto in cui si trovava sprofondato, come un moscone fastidioso che lo disturbasse. Cercò di ignorarlo e sprofondare di nuovo nell’obnubilante incoscienza in cui era sepolto, ma quel senso di spiacevolezza si fece ancora più forte.
    
    Si sentì la bocca amara, impastata… Si rigirò fra le lenzuola scomposte… Cercò di fissare la mente sull’ultima immagine d’un sogno sbiadito, ma ormai il sangue aveva ripreso a scorrere nelle vene intorpidite.
    
    Si sentì una fitta lancinante al basso ventre e si vide in un gabinetto pubblico, coi pantaloni slacciati davanti a un orinatoio, che si lasciava andare. Il sollievo che ne provò gli fece capire che stava per pisciarsi addosso. Con un gemito, cercò di ignorarlo, ma lo stimolo era ormai arrivato alla sua coscienza e soprattutto ...
    ... l’urgenza non era più sostenibile.
    
    Si raggomitolò, stringendo forte le gambe nell’estremo tentativo di resistere, col risultato di comprimere ancora di più la vescica. Finalmente si rese conto che qualche goccia già cominciava a fuggirgli; allora, senza aprire gli occhi incollati, si tirò faticosamente a sedere e mise le gambe fuori dal letto; poi si alzò in piedi e barcollando, a tentoni, con le gambe irrigidite e le giunture doloranti, riuscì ad arrivare al gabinetto.
    
    Crollò a sedere sulla tazza, i gomiti poggiati sulle ginocchia a sostenersi con le mani la testa ancora dormiente, e si lasciò andare, con una fitta lancinante seguita da un brivido orgasmico che lo svegliò del tutto.
    
    Mentre pisciava, sentì una scarica di liquame maleodorante colargli fuori dal buco del culo. Recepì la cosa, ma non ci fece caso; allungò però la mano a prendere della carta igienica, con cui, una volta in piedi, si asciugò la punta del bigolo molle e poi si pulì dietro alla meglio. Gettò tutto nella tazza e si avviò per tornare a letto.
    
    Giunto sulla porta:
    
    “Oh, che palle!”, grugnì, tornando indietro a tirare lo sciacquone.
    
    Ma ormai era sveglio e dalla luce, che filtrava dalle tapparelle mal chiuse, doveva anche essere pieno giorno. Decise che aveva bisogno di un caffè. Si trascinò in cucina e guardò l’orologio: cazzo, erano già le undici! Mise sul gas la macchinetta e si accasciò stancamente sopra una sedia.
    
    Al contatto freddo del piano di formica, si rese conto di essere senza ...
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