1. Possederla a tutti i costi


    Data: 30/06/2018, Categorie: Etero Autore: Orice, Fonte: RaccontiMilu

    ... che sotto quell'orribile abbigliamento si nascondesse quel corpo da favola?Mentre mi dirigevo verso il bar all'angolo, non potevo smettere di pensare a lei. Ma quando tornai in ufficio e la rividi con il maglione addosso non ci pensai più.Nei giorni successivi non accadde nessun altro episodio rilevante, tranne che Sara riuscì a farsi scopare un'altra volta sollevando la gonna di fronte alla mia scrivania e mostrandomi la sua figa liscia e depilata. La trascinai nella stanza dell'archivio e me la sbattei contro il muro, ma a fine amplesso non vedevo l'ora che se ne andasse.Avevo però iniziato ad osservare in modo diverso Eleonora: mi attraeva e non mi attraeva, c'era qualcosa di magnetico in lei. Forse era il fatto che al contrario delle altre due puttanelle non mi sbandierava la figa in faccia e non implorava di essere scopata. Era come se vivesse in un modo suo, faceva solo il suo lavoro e a fine giornata si dileguava, lei e i suoi orrendi maglioni.Notai per esempio che sotto gli occhiali da lettura e la crocchia c'era un bel viso: occhi castani grandi, labbra rosse e carnose, bei denti. La pelle era liscia e non aveva nemmeno un'imperfezione, cosa che non si poteva dire delle altre due visto che portavano qualche chilo di fondotinta. Eleonora era sempre struccata e non sembrava che gliene importasse molto. Con il passare del tempo cominciai a pensare che era davvero una bella donna, solo che, come dicevo all'inizio, non lo sapeva e non si atteggiava a tale. Così tra un ...
    ... lavoro e l'altro, passavo le mie ora in ufficio a lanciarle sbirciatine dal vetro dello studio finché non divenne un chiodo fisso scoprirne di più su di lei. Cambiai anche il mio atteggiamento nei suoi confronti, divenni più gentile e la guardavo in viso, sorridendole. Questo sembrò metterla più a suo agio tanto che smise di balbettare e aveva un'aria più rilassata.Un giorno le dissi apertamente che poteva anche darmi del tu e dopo qualche reticenza, lei accettò."Ti andrebbe di scendere a pranzo con me?" le chiesi. "Come?" credeva di non aver capito bene."Sì mi farebbe piacere se pranzassimo insieme, sai, possiamo parlare di lavoro... e altro".Lei sembrava perplessa e un po' preoccupata: "C-c'è qualcosa che non va? Ho fatto qualcosa?" disse torcendosi le mani.Le spiegai che non era nulla e allora sembrò calmarsi e accettò. Andammo a pranzo e riuscii a farmi raccontare un po' della sua vita: appresi che viveva da sola, era single, amava leggere e andare a teatro. Io tentai di raccontarle un po' di me ma per tutto il tempo lei sembrò un po' imbarazzata come se si sentisse fuori luogo. Capii che avrei dovuto agire diversamente per provare ad avvicinarla. Così feci una mossa avventata: la invitai a cena.Dopo qualche tentennamento rispose di sì, ma non sembrava aver capito le mie intenzioni, forse credeva che fosse una specie di cena formale, di lavoro. Era così stramaledettamente insicura... e attraente.Giunta la sera della cena si presentò con un vestito lungo fino alle ginocchia e ...
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