1. La manager e il suo giovane Padrone - 1


    Data: 02/07/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Koss, Fonte: EroticiRacconti

    ... iniziava ad essere stressata, a tremare ed a sudare, ed anche a preoccuparsi, ma cosa vogliono fare pensava. Intanto era immobilizzata, per quello bastavano i tacchi e si sarebbe sentita persa, incapace di muoversi, ma aveva anche i polsi fissati dietro la schiena. Cercò di non perdere l’equilibrio. Voleva riflettere, sentiva che nell’aria c’era qualcosa di diverso dal solito, ma intanto intorno a lei tutto si svolgeva molto rapidamente. Giulio le chiuse intorno al collo un collare di cuoio laccato ed altissimo, che la costrinse a tenere il collo eretto ed allungato, ora poteva guardare solo davanti a sé e lontano, non riusciva più a guardare in basso, come avrebbe fatto a camminare? Ma non era finita, il peggio fu la maschera, sempre in latex, che Giulio le calò sul capo e sul viso. Maria andò nel panico, non vedeva più niente, infatti la maschera non aveva i buchi per gli occhi, solo quelli all’altezza delle narici e della bocca. Stava per dire – Padr… - che una ball gag le chiuse la bocca e non poté più parlare e doveva respirare solo dalle narici. Il panico montò irrefrenabile, iniziò a dibattersi ed a tremare. Sotto la maschera piangeva e questo poteva essere pericoloso per la respirazione. Per fortuna, lei non se ne era neanche accorta, ma la ball gag aveva dei forellini, e quindi poteva respirare anche dalla bocca, anche se non poteva parlare. Quando se ne rese conto si calmò, ma era preoccupatissima, ne aveva passate tante in così poco tempo, ma quella le sembrava ...
    ... una cosa completamente nuova. Una svolta nella sua breve ed intensa vita da schiava. Tutto andava sempre più veloce, Giulio la prese in braccio e la calò dentro una cassa che Rita era andata a prendere mentre lui terminava i preparativi. La cassa stava su un carrello. Giulio la chiuse e Rita guidò il carrello verso il montacarichi. Non erano passati neanche dieci minuti. Ora Maria era terrorizzata. Non vedeva, ma sentiva che era chiusa dentro una cassa e sentiva che il carrello scivolava nei lunghi corridoi dell’azienda. Dentro la sua azienda, l’azienda in cui era una dirigente. Era terrorizzata che la scoprissero, prima ancora che di quello che sarebbe successo. E cosa sarebbe successo? Ora distesa dentro quella cassa, al buio, aveva tempo per pensare, ma non ci riusciva lo stesso, panico e terrore, ansia e paura la dominavano completamente, troppo per poter pensare. Era immobile ed aveva il fiatone, era terrorizzata anche dalla paura di non poter respirare, e se riempiva quei buchetti di saliva e se le narici si fossero riempite di muco? Ecco, gli unici pensieri che aveva erano terrorizzanti. Nel buio più assoluto senti che era su un ascensore o sul montacarichi. Dove la stavano portando? Si chiese. Erano in cinque, due uomini e tre donne, che da più di un anno si vedevano in quello scantinato ogni venerdì per fare bisboccia all’ora di pranzo, qualcuno portava le pizze, qualche altro le birre e alla fine ci poteva scappare anche qualche orgetta. A Rita i due uomini non ...
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