Alfredo e i camionisti
Data: 16/09/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Gollum, Fonte: EroticiRacconti
... arrivò nell’ area del parcheggio dell’ autogrill con una buona mezz’ ora di anticipo. Era agitatissimo. A tratti spaventato, ma poi constatava l’erezione che gli riempiva le mutande e non vedeva l’ora di sfogarsi. Mentre aspettava in macchina, cercando di calmare il suo respiro, ogni tanto massaggiandosi la patta, osservava le varie macchine e camion che entravano nell’ area di sosta. Studiava i vari camionisti che scendevano dai loro mezzi. Qualche camionista lo attraeva perché era come lo desiderava: alto, grosso. Altri erano più secchi. Lui voleva essere soverchiato dalla massa e dalla forza di un uomo. Voleva sentirsi imbarazzato a fare cose oscene ed essere immobilizzato e impossibilitato ad andare via, ed essere costretto ad aspettare che quell’uomo avesse soddisfatto i suoi istinti più bassi su di lui, usandolo come un fazzoletto o uno straccio sporco. Voleva essere usato, umiliato, profanato. Si sorprese a constatare queste cose. Da dove venivano? Dalla sua educazione perbenino? Fu interrotto da questi pensieri da un grosso camion che entrò nel piazzale del parcheggio, illuminando brevemente la sua macchina con i fari quando gli passò davanti, che fece due colpi di clacson potenti. Quello era il segnale concordato. Era Ugo. Seguì con lo sguardo il camion che si andava a parcheggiare poco distante. Gli scrisse un messaggio sul cellulare: - Sono qua. Mi dirigo verso il tuo camion. -Preparati, maiala- fu l’educata risposta di Ugo. Nel crepuscolo, Alfredo si diresse al ...
... camion, che era parcheggiato un po' in disparte rispetto agli altri mezzi. Meglio, pensò Alfredo, più privacy. Arrivò sotto il finestrino di Ugo e gli fece un cenno con la mano e un sorriso. Ugo, senza sorridere, gli fece segno di salire dalla parte del passeggero. Passò davanti al cofano, poi mise la mano sulla portiera, la aprì e fece i due scalini che lo portarono al sedile, non senza imbarazzo. -C-ciao, - disse, sedendosi, mentre arrossiva e chiudeva la porta, e per un attimo distoglieva lo sguardo da Ugo. -Ciao, bella. – Questo continuo riferirsi a lui al femminile lo imbarazzava, e se possibile lo eccitava ancora di più. – Rilassati un attimo. - Si, eheh.. – ridacchiò Alfredo. Ugo non perse tempo e gli mise subito la grossa mano sul ginocchio. –Allore, facciamo un giro? Poi ti riporto qui. -Certo. Mi dicevi che vuoi essere legato? -sì… -Bene, a me piace legare… ti lego e ci facciamo un giro con te qui davanti. Poi andiamo in un’ area di sosta poco frequentata. -Bene… solo una cosa… -cosa? -hai un lubrificante? Come ti dicevo, è la prima volta… -Ho tutto, verginella. Ugo gli accarezzò la coscia e gli strinse un po' l’interno. – Spogliati.- ordinò. -Subito, -disse Alfredo. Per prima cosa si tolse la giacca, la camicia e la maglietta della salute. -Dove li metto? -Qui- e Ugo tirò fuori un sacco nero per la spazzatura. Mise i suoi panni lì dentro e poi si slacciò la cintura, si sfilò le scarpe, i calzini, si tolse i pantaloni e rimase in mutande. Mentre lo faceva, Ugo lo ...