Alfredo e i camionisti
Data: 16/09/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Gollum, Fonte: EroticiRacconti
... bocca chiusa dalla morsa della mano di Ugo. -Tranquilla…. Ora Ugo iniziò ad accarezzargli le palle e il pisello. Questo ad Alfredo piaceva particolarmente, dopo la tensione degli istanti precedenti. -Succhia! – L’ indice della mano sinistra entrò nella sua bocca. Alfredo obbedì, e sentì che ugo gli accrezzava le natiche. Poi sentì che aveva preso da una tasca un lubrificante con il quale iniziò a lubrificargli l’ ano. Ci siamo… pensò Alfredo. -Ecco che arriva la bestia… disse Ugo. Alfredo sentì il caldo glande di Ugo che poggiava contro il suo ano, e la pressione crescente. Pian piano l’ano cedette e lasciò entrare il grosso membro di Ugo dentro Alfredo. Alfredo teneva gli occhi sgranati per la vergogna, la sorpresa e tutte le nuove sensazioni che stava assaporando. Quando il pene di Ugo era entrato tutto, con la mano destra inziò a masturbare Alfredo. Poi iniziò a muovere il bacino, prima dolcemente, piano, lentamente, poi sempre più forte. Alfredo godeva come mai in vita sua, in un trionfo di vergogna, squallore, degrado ed eccitazione, corporea e mentale. Dopo cinque minuti buoni di inculata, che Alfredo visse come in trance, venne proprio quando Ugo accelerò per dare gli ultimi conclusivi colpi. Lo sperma di Alfredo colpì le mattonelle del muro davanti a lui e il pavimento. Lo sperma di Ugo invece riempì Alfredo. Che scopata. Esausti entrambi, Ugo si sfilò da Alfredo, mentre dello sperma caldo fuoriuscì dal suo ano violato. Avevano entrambi il fiatone. Ugo si rimise il ...
... pene dentro i pantaloni. Raccolse le mutande di Alfredo, le riappallottolò e gliele rimise in bocca. -Ti è piaciuto, eh!?- gli disse con un paio di schiaffetti su una guancia. Aprì la porta della cabina del cesso. Uscì, mentre Alfredo fece per seguirlo. -No, tu resta lì, ora torno – con una spinta Ugo lo rimise a sedere sulla tavoletta. Chiuse la porta della cabina. Alfredo non capì, e allora rimase qualche minuto a recuperare il fiato, osservando il suo pene flaccido, le sue palle svuotate, le gocce di sudore sul suo corpo, i lividi che gli aveva lasciato Ugo, le macchie di fluidi e sudore suoi e di Ugo sparsi un po' ovunque. Sentì Ugo che tornava. Aprì la porta e gli lanciò per terra il sacco nero con i suoi vestiti. -Resta lì. Ora viene un mio amico che ti riporta alla macchina. Ciao, dolcezza, ho il tuo numero- disse, dopo avergli dato una carezza sulla guancia. Alfredo fece appena in tempo a lanciargli uno sguardo sorpreso e preoccupato che Ugo era già uscito. Non poteva far altro che rimanere così, nudo, i polsi legati dietro la schiena, le sue mutande in bocca, ad aspettare questo amico di Ugo che lo riportasse alla macchina. Aspettò una mezz’ ora. Sentì un paio di tizi che entravano per orinare, e uno per defecare con abbondanti suoni sgradevoli di contorno, nella cabina proprio a fianco alla sua. Trattenne il fiato. Poi, sentì la porta che si apriva e dei passi pesanti che si dirigevano verso la sua cabina. Vide la porta che si aprì, e un enorme omone che lo fissava ...