I tormenti di nonna Marta (parte settima)
Data: 02/07/2018,
Categorie:
Incesti
Autore: Marco Sala, Fonte: EroticiRacconti
... ammise. Da parte mia le raccontati tutte le relazione incestuose avute nell’ultimo periodo con mia figlia ed i mie nipotini. Il mio tono e le mie parole avevano un taglio molto divertente perché non volevo si sentisse in colpa per quello che aveva fatto. Anzi spesso ridevamo quando lei sottolineava con un “oohh..” di stupore certi dettagli e particolari delle mie performance. Poco alla volta finì per farsene una ragione ed accettò la sua nuova situazione. Una relazione madre e figlio? Perché no? Le mie parole l’avevano convinta. Improvvisamente ci apparve Leonardo. Aveva ancora gli occhi tutti appiccicati ma l’alza bandiera mattutina era ben visibile sotto i suoi slip. Sabina sembrava affascinata dal gonfiore che si intravedeva sotto il sottile tessuto di cotone del suo intimo, come se fosse la prima volta che lo vedesse. Allora rivolgendomi a lui quasi con nonchalance gli chiesi: “E’ per noi che sei così eccitato?” Leonardo in un primo momento rimase sorpreso, poi scoppiò a ridere. Mi sembrava di vedere la fierezza di un gallo nel pollaio davanti alle sue pollastrelle. Venne a sedersi al mio fianco ma io, indicandogli il sotto del tavolo gli dissi: “Infilati li sotto e troverai qualcosa di divertente da fare.” Quindi rivolta a Sabina: “Tesoro, apri le gambe.” Il mio ometto non esitò a mettersi a quattro zampe davanti alle gambe appena dischiuse della madre. “Ma Leonardo, cosa stai facendo?” Sabina sembrava sorpresa. Mi avvicinai a lei e le sussurrai all’orecchio: “Amore, ...
... tuo figlio vuole solo fare colazione con la tua patatina. Avanza con il culo sul bordo della sedia, togliti le mutandine ed apri bene le gambe e vedrai come tuo figlio è bravo in questa cosa. Ti piacerà un sacco, ne sono sicura.” Lei eseguì i miei ordini senza battere ciglio mentre io le accarezzavo i seni e giocavo con i suoi capezzoli. Vedevo la testa del figlio lavorare tra le cosce della madre e, dai sospiri di Sabina, si capiva che cresceva il suo piacere. Il poverino ogni tanto picchiava qualche testata contro il tavolo ma subito riprendeva il suo lavoro di bocca senza fermarsi, lo si capiva dai gemiti sempre più intensi della madre. Lo spettacolo stava arrivando al culmine, allora sparecchiai velocemente la tavola, feci alzare Sabina dalla sedia e gli dissi di sdraiarsi su essa. Lei ubbidì docilmente, aveva capito quali erano le mie intenzioni, soprattutto quando le alzai e le aprì oscenamente le gambe. La sua vagina era un fiume di umori, sembrava attendesse la verga che da lì a poco l’avrebbe penetrata. Leonardo sbucò da sotto il tavolo, ad un mio cenno si posizionò tra le gambe della madre e, senza aspettare oltre, iniziò a penetrarla lentamente. Sabina ebbe un sussulto appena la verga dura del figlio la impalò poi, quasi vergognandosi, chiuse gli occhi e piegò la testa da un lato emettendo solo dei piccoli gemiti di piacere. Mi avvicinai a lei e gli sussurrai all’orecchio: “Apri gli occhi e guarda il tuo bel amante, questo stallone di darà il piacere che ti meriti e ...