Una troia
Data: 16/09/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Alvertn, Fonte: Annunci69
Programmo un bel giro sino a Lisbona, città già vista ma che merita un bell’approfondimento..
Guardo se andare in treno o in aereo.
I prezzi non sono proprio leggeri ma penso all’aereo.
Verifico il volo più comodo poi vado ad attivare una carta prepagata per pagare via on line. Nel tragitto trovo un mio vecchio amico con cui avevo girato un po di Europa in autostop anni fa, direi secoli ormai. Gli dico quello che vado a fare e lui ironicamente mi propone di fare autostop.
Io rispondo che da solo non è il massimo, allora eravamo inseparabili e i rischi erano minimi. Oggi chissà che può succedere. Mi tira un monologo su il tornare a fare autostop, a conoscere la gente e i territori, che l’aereo non permette conoscenze eccc…..
Alla fine mi convince e decido per l’autostop. Non ho vincoli di tempo quindi per me è fattibile. Faccio la prepagata per essere sicuro che in caso di smarrimento o furto sono bloccate o perdo pochi euro.
Rientrando a casa ripenso a quanto prendermi dietro, l’essenziale da inserire nello zaino. Poi mi appoggio alle strutture per mangiare e dormire.
Passo alcuni giorni per prepararmi le cose, poi rivederle e togliere qualcosa ed aggiungerne altra. Alla fine decido che va bene così e preparo lo zaino.
Domani mattina si parte. Dopo una notte insonne ed agitatami avvio verso il casello autostradale con l’autobus, con arrotolato il foglio con cui ho scritto con PC la destinazione: Lisbona- Lisbao.
Ultima fermata e poche centinaia ...
... di metri a piedi.
Mi fermo prima dell’allargamento per accedere ai caselli di ingresso e srotolo il foglio sedendomi sul parapetto metallico.
Passano alcune auto, alcuni camion, furgoni. Penso che se va a buca alle 12 ritorno a casa e prenoto l’aereo.
Saranno passate almeno due ore da quando mi sono piazzato, un po di sconforto mi assale, ma tanto non è un problema. Faccio pensieri su soluzione alternativa per partire, fissare l’aereo e gli orari che ricordo quando si ferma un Camper
Il finestrino si abbassa e dal lato passeggero mi chiedono se mi va bene di andare con loro, vanno sino a Madrid ma si fermano a metà strada. Almeno una fermata forse due in funzione del traffico.
Mi aprono la porta dietro e mi fanno togliere le scarpe, poi entro con le scarpe in mano e lo zaino.lo appoggio sulla dinet e mi siedo
Sono in Tre, L’autista che avrà quaranta anni bella presenza, quello lato passeggiero fisico palestrato tonico e a vedere un buon torello, il terzo seduto al mio fianco anche lui sui quaranta un po in carne.
Una volta ripartito ci presentiamo.
L’autista è Roberto, al suo fianco Francesco e seduto con me Sergio.
Per un po’ si parla di diverse cose normali, che loro stanno andando a Madrid ma non è una meta ma un indirizzo e che decidono l’itinerario giorno per giorno.
Sergio al mio fianco è un bell’uomo, un attimo in carne, ma non grasso. Camicetta aperta che mostra il pelo del petto e due bei capezzoli grandini. Sotto bermuda .
Francesco ...