Uniformi nel bar della stazione di bologna
Data: 14/07/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chupar
... assecondai, accorgendomi, non appena poggiato il piede, che aveva già tirato fuori la sua erezione. Per la prima volta in vita mia, mentre sorseggiavo una birra mi ritrovavo con un cazzone sotto il piede. Quello mi convinse a togliermi anche l’altra scarpa, perché l’ultima volta l’aveva fatto così con una massaggiatrice specializzata, una “bella figa cinese” che batteva lì vicino, ma che quella sera non c’era: “Oh, non puoi capire com’è scopare con le cinesi. All’inizio sembra che non entra più un cazzo. I cinesi ce l’hanno piccolo, ma le femmine sono elastiche. Spingi, spingi…e lo riesci a mettere tutto, beh… tranne le palle!”
Con quegli zigomi spigolosi, sui quali fiammeggiavano due occhi agghiaccianti, mi fissava mentre anche l’altro piede ormai stava lavorando.
Il cameriere si accostò al tavolo per sapere se volessimo l’ennesimo giro di birre.
Il militare annuì, chiedendogli la chiave del bagno riservato ai dipendenti. Il ragazzo disse che non era possibile darla, ma il soldato gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Non si sarebbe potuto mai accorgere che con le dita gli stavo titillando la cappella, se il soldato non avesse scostato la tovaglia per fargli ammirare la scena.
Il cameriere, rosso in volto, mi squadrò con occhietti e sorriso malizioso. Forse dandomi mentalmente della troia, si allontanò.
Mi sentii sprofondare nella vergogna, ma oramai era fatta.
Il cameriere, ritornato con la chiave, ci indicò la direzione del bagno e il tempo massimo ...
... consentito prima che qualcuno dei suoi colleghi potesse accorgersi della malefatta.
- “Dai! C’ho le palle che mi fanno male. Andiamo.”
Ci alzammo. Il cameriere al banco intanto ci continuava a fissare. Il militare si era scostato la giacca, giusto un attimo, mostrandogli il sesso turgido che premeva nella patta e gli aveva fatto un occhiolino complice.
La mia mano ad aprire la porta del bagno era stata l’ultima cosa che vidi prima di cadere sotto il dominio di quel soldato. L’avevo appena visto riflesso nello specchio appeso sul lavello che, in uno scatto fulmineo, quello bloccò la porta d’ingresso e si gettò su di me, spingendomi a sedermi sul gabinetto: “Dai frocione, succhiami!”
- “Come una cinese?”
- “No, come una puttana… Magnasborra.”
Mi spaventai un po' ma la mia fame di cazzo non mi dava tregua con tutta quella grazia di dio.
- "Sbrigati. " -mi disse indicando la punta del suo cazzone - "Fammi vedere come fai divertire l'esercito..."
Gli risposi con un assenso e chiesi solo di non venirmi in bocca. Quindi, lo annusai: aveva un odore naturale di maschio. Iniziai a leccarlo e insalivato, poi gli presi la cappella dandogli dei colpetti. Finalmente lo ingoiai, succhiandolo con calma.
Mentre lo poppavo, non gli staccai gli occhi di dosso neppure un istante, continuando a osservare dal basso le sue spalle larghe e il petto ansimante. L’uomo, invece, guardava lo specchio che rifletteva un militare di quasi due metri con la sola zip dei pantaloni abbassata, ...