Uniformi nel bar della stazione di bologna
Data: 14/07/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chupar
... altro e fece semplicemente cadere la sua pesante saliva direttamente sul cazzo in tiro.
Così, poggiatomi con la testa sul bordo del lavandino, lasciai scivolare il palmo sulla saliva e sul cazzone del ragazzo. Chiuse gli occhi e si strinse con la destra i testicoli – “Oh…più veloce. Come a scopare!” - probabilmente immaginando che la mia mano fosse la vagina di qualche ragazza.
Lo palpai e manipolai in tutti i modi e con estrema dedizione, senza mai distogliere lo sguardo da quella capocchia che sgusciava fuori dalla mia mano viscida e che veniva ritmicamente ricoperta di pelle umida.
- “Mi fai un pompino?” – senza aspettare la mia risposta – “No, dai che stai ancora con la sborra di quello!”
Dopo un sospiro, mi fece rialzare e girare, mettendosi dietro di me.
Si accostò, appoggiandomi il sesso sulla spaccatura delle chiappe. Sborniato dalla situazione, mi chinai in avanti e, poggiandomi al lavatoio, mi divaricai le natiche.
IL ragazzo mi fermò: “Che mignotton che sei! Peccato...non c’ho il cappuccio!”
Immediatamente sentii le mani di quello infilarmi il sesso sotto i glutei: “Stai buono. Sono un paio de mesi che lo faccio così con la mia morosa.”
Poi, bloccandomi i fianchi – “…Così lei resta vergine…” - e incominciò a muovere lentamente il ...
... bacino, facendomi sentire perfettamente la punta del suo sesso sfiorarmi le palle – “...e io maschio!”
Era eccitante sentire, ma anche vedere le sue dita che mi accarezzavano le spalle, il collo, i capezzoli, che cercavano il mio sesso poggiato sul lavello.
- “Ci sto quasi…” - lo sentii sussurrare.
Strinsi di più tra le cosce il suo cazzo. Ansimando, con la sinistra continuava a stringermi i pettorali, a torturarmi i capezzoli, mentre con la destra mi masturbava. Evidentemente non era nuovo a quel tipo di giochetti tra maschi.
Quando cominciò a leccarmi i muscoli della spalla, a riempirmi di baci sul collo, non ce la feci più. Sborrai con un’ondata calda che colò tra le dita di quello, scivolando pesantemente nel lavandino.
Il suo cellulare trillò, distogliendomi da quella situazione.
- “Porca putt…è il responsabile dei tavoli. Cazzo! Stavolta mi licenzia!”
Continuando a spingere con più irruenza, mi afferrò il volto e, baciandomi, mi spruzzò un primo abbondante fiotto caldo di sperma, un altro, un altro ancora.
Sudato si sistemò, sgullandosi il cazzo e pulendosi sulle mie chiappe.
Mi lasciò così, gocciolante e stupefatto da come un ritardo del treno potesse trasformarsi in qualcosa del genere.
Ah...All'uscita trovai il conto da pagare!
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