1. Nel parcheggio della discoteca


    Data: 14/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: ale-luca74

    Succedeva pure questo. Non dovevi fare chissà che. Aspettavi e qualcosa accadeva.
    
    Ero diventato un frequentatore abitudinario di quella discoteca che attirava giovani da tutto il Nord Italia. Adoravo ballare, tanto la House e tutte le sue varianti, quanto il Latino Americano nel privée.
    
    All’inizio ci andavo con tutta la mia compagnia, poi con la mia ragazza e, quando la storia d’amore finì un po’ malamente e la compagnia si disperse tra innamoramenti vari e nuove amicizie, non mi persi d’animo e continuai ad andarci da solo.
    
    Avevo fatto amicizia con alcuni brillanti ragazzi di Milano che in discoteca ci venivano da tempo, e benché sempre senza ragazze al seguito, ingenuamente, non avevo mai capito fossero stati gay, anche quando scoprii che stavano tentando, senza successo, di trasformare il privée in un club gay-friendly.
    
    Io e Lara ci eravamo lasciati di venerdì sera, proprio dopo un furioso litigio nel parcheggio della discoteca. La sua gelosia per l’amica che, sin dalle scuole medie, è ancora la mia confidente del cuore, era diventata insopportabile.
    
    Girai l’auto, la riaccompagnai a casa, la feci scendere frettolosamente e senza neppure salutarla me ne tornai da solo in discoteca.
    
    Fuori dal privée ci trovai Fabietto che, appreso del litigio, mi accalappiò e non mi mollò più per tutta la sera.
    
    Diceva: bevi per dimenticare!
    
    Ammetto che non mi dispiaceva l’idea di alleviare il dispiacere con una bella bevuta ma, quando dissi a Fabio che volevo ...
    ... mettere sulla ferita un po’ di anestetico, non intendevo certo affogarla di Angelo azzurro, un cocktail a base di gin e blu curacao capace di mandare K.O. anche il bevitore più incallito e che quella sera mandò K.O. me che, dopo il secondo persi progressivamente il controllo di me stesso.
    
    Col senno di poi capii che Fabio, il filo, me lo faceva già quando in discoteca ci andavo con Lara. Era sempre molto gentile, simpatico, disponibile e poi mi offriva sempre da bere!
    
    Dopo il terzo Angelo azzurro ero completamente andato. Mi divertivo come non mai e, in attesa che l’euforia si trasformasse nella tipica sbornia triste, riuscii persino a togliere il freno inibitore e, quando negli orinatoi Fabio me lo tirò fuori con la scusa che non riuscivo a sbottonare il jeans, trovai la cosa non preoccupante ma assai divertente.
    
    Mi trovavo border-line tra il capire e il non capire cosa stesse succedendo attorno a me.
    
    Ad un certo punto un rapido giramento di testa e via di corsa verso la turca.
    
    Fabio si offrì di accompagnarmi in auto. Disse agli altri: resto con lui finché non si sarà ripreso.
    
    In auto Fabio reclinò i sedili. Mi fece distendere poi iniziò a farmi domande per tastare la mia lucidità. Non ci volle molto che dall’estrema euforia passassi all’estrema tristezza. Fu così che Fabio iniziò ad accarezzarmi la testa poi le orecchie, il collo, poi infilò una mano nella camicia ed iniziò ad accarezzarmi anche il torace, con la scusa di consolarmi per la rottura del ...
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