1. Fiore di Bach - Cap. IV - Il coniglio.


    Data: 16/07/2018, Categorie: pulp, Autore: Flame

    Ringrazio chi continua a leggere nonostante sia una storia già pubblicata in passato, in particolare Alba17: grazie per avermi fatto nuovamente emozionare con la dedica di un anno fa, la ricordavo, ri-leggerla mi ha lasciato una bella sensazione, e chi la legge per la prima volta. +++++++++++++++++++++++++++++ Ci siamo rintagliati uno spazio nel mondo, dove poter essere puliti, essere felici. Ricerchiamo bellezza e ci nutriamo di essa. Siamo normali. Quella più normali tra noi tre è Katia, lei non viaggia più, i suoi occhi sono lucenti. Vive. Yuri è espressivo, il suo sguardo è vispo, non assente come di solito. Siamo felici mentre guardiamo estasiati Palazzo d'Inverno, il sole seppur fiacco, illumina il nostro viso e tutto il maestoso e stupendo edificio che abbiamo di fronte, fatto di arabeschi tra il bianco e l'oro. Sembra di vedere le cose sotto un altro aspetto, sembra di vedere il mondo per la prima volta. La sala principale è un vortice di colori tra affreschi di angeli e statue, ricami in oro e bombatura in gesso piene di sfarzo, i lampadari enormi se ne contano almeno tre in ogni stanza. La scalinata, con il tappeto rosso, una scalata verso il paradiso per poi trovarmi persa ad immaginare una vita nei vari quadri appesi alle pareti. Come se vivessi la Sindrome di Stendhal, quei colori rapiscono la mia mente, catapultandomi tra le figure angeliche che costellano un cielo terso, sembra di sentire il loro vociare. -Che guardi?- Yuri mi sorride. -Gli angeli… sono ...
    ... bellissimi…- -Si, non credi che ci stiano guardando?- Mi volto verso di lui, perso quanto me nel guardare quelle rappresentazioni, penso che per una volta non lo trovo perso nella cocaina. - Credo…- le parole mi muiono in gola, gli sfioro la mano, e lui posa le sue iridi su di me, quei colori tanto belli e particolari, colori non usuali, sfumature tra il grigio e l’azzurro. Incrociamo lo sguardo e a me sembra che stiamo pensando la stessa cosa nello stesso momento. Lui stringe la mia mano, e si volta verso il quadro, io torno a respirare. - Credo che… noi possiamo sentirli perché siamo tanto vicino a loro nei nostri viaggi- -Ehi voi due piccioncini…- alziamo la testa quasi simultaneamente, gli occhi azzurri di Katia ci fissano sorridenti e pieni di vita, - venite su, ho scoperto una cosa grandiosa! Quello che Katia ci fece vedere poi, fu eccezionale, lo stupore non riusciva ad andarsene dai miei tratti fisionomici, le mie iridi contemplavano uno stupendo paesaggio da una terrazza immensa. Ero finalmente felice. Tutto lasciato alle spalle e per tutta quella giornata non pensai a Regina fin quando caddi nuovamente all’interno. Ritornai a calpestare quel suono perbenista, a vedere quei magnifici edifici e case lussuose, quei giardini perfetti. Quanto marciume c'è qui dietro, è possibile che nessuno lo veda? Il mio sguardo si posa sul teatro Bolshoi. Ho le lacrime agli occhi, Regina si è dovuta sottoporre a mille violenze per fare carriera qui, e ora, si vendica usando me come tramite. ...
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