1. La dura legge del carcere


    Data: 16/07/2018, Categorie: pulp, Autore: Vampir2

    ... fatti toccare quel bel culetto che hai? - Non ci pensare proprio, a me piace romperlo il culo, ma solo quello delle donne. E calmati perché va a finire male.- Anche se erano due contro uno non avevo paura di loro, quando perdevo le staffe facevo paura anche a me stesso. Ma Antonio sembrava non ascoltare le mie parole ed arrivò perfino a mettermi una mano sul pisello. - Io penso che ti piacerebbe! – Continuava- Vedrai che ti piacerà, tanto che poi sarai tu a chiedermi di fotterti. Vero Claudio?- Rivolgendosi all’amico che annuiva con complicità. Capii che era arrivato il momento di farlo smettere. Gli andai di fronte a muso duro mettendogli le mani addosso. Ero pronto a cavargli gli occhi. Claudio mi convinse a fermarmi, mettendomi al corrente di cosa sarebbe potuto accadere. Se le piante ci avessero sentito litigare ci avrebbero punito ed io in quei giorni non potevo certo permettermelo. Quelle parole mi calmarono e nonostante fossi ancora inferocito mi andai a sdraiare sul letto. La cosa finì lì e pensai che non si sarebbe più ripetuta. - Lo sai che se le guardie si trovavano a passare avrebbero punito tutti? – Continuò Claudio- - Dillo al tuo amico –risposi- Non si deve mai più azzardare a molestarmi. - Ma no, lo sai che quando è sotto “effetto” non si controlla! - Io non voglio avere niente a che fare con i suoi problemi, se ci riprova lo massacro. Li vidi confabulare preoccupati ed un silenzio di tomba invase la nostra cella. Quella notte dovetti chiedere doppia razione ...
    ... di calmanti per placare la rabbia e per addormentarmi. La mattina dopo chiarimmo tutto e decidemmo di seppellire quanto accaduto. Alla chiusura del secondo portone una volta ingoiato 1 pasticca chiusi gli occhi e con la speranza di una clemenza da parte del giudice mi addormentai. Mi svegliai con le ginocchia sul pavimento ed il corpo sulla prima branda, a 90 gradi con le mani unite dietro la schiena, un calzino in bocca che mi impediva di urlare ed i polsi legati con degli stracci. Claudio con il viso rivolto verso Antonio stava seduto sul mio collo. Provai a liberarmi ma nulla potetti a causa della mia immobilizzazione e dello stato confusionale causatomi dagli psicofarmaci. I pantaloni della mia tuta erano calati ed il mio sedere era in balia di Antonio. - Non credo che riuscirai a fare lo sbruffone ora!- Furono le prime parole di Antonio -. Insinuando un dito tra le mie chiappe. - Bastardo! Una volta libero ti uccido! – Questo avrei voluto dire, ma quella specie di bavaglio me lo impediva.- - Non farlo muovere che ora gli farò capire cosa significa “rispetto”. Una puttanella lo farò diventare questo stronzo!! Sentii un liquido scendere dal buco del culo, chiusi gli occhi immaginandomi cosa stava per accadermi. Un dito mi tolse la verginità, quello stronzo lo faceva entrare ed uscire non pensando minimamente al dolore ed il fastidio che mi stava causando, al dito se ne aggiunse un altro con l’aumentare del dolore e dell’umiliazione. Avrei preferito morire in quel momento, ...