La dura legge del carcere
Data: 16/07/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Vampir2
... chiusi gli occhi pensando al peggio. Ma al peggio non vi è mai fine, sentii ancora del liquido colare tra le mie chiappe con le dita che lo spalmavano bene dentro e fuori il buco, poi premere contro di me la cappella di quel porco e dopo qualche secondo mi ritrovai a mordere quella calza puzzolente. Il bruciore ed il dolore che provavo quando penetrò dentro di me furono indescrivibili, ma il dolore più forte lo sentivo dentro, dentro nell’anima. Qualcosa di inimmaginabile e di irreparabile mi era accaduto Mi scopò con brutalità e senza alcun riguardo come nemmeno gli animali.., prendendomi per i fianchi sbattendomi con violenza, per poi sborrarmi dentro senza nessun riguardo. - Da oggi in poi – disse- ti farai scopare ogni volta che te lo chiedo. Ed oggi puoi anche ritenerti fortunato che ti ho solo riempito il culo. La prossima volta ti riempirò anche la gola. Buonanotte Frocio!!- E lo disse con il massimo disprezzo!- Si sedette tutto soddisfatto, Claudio si alzò dal mio collo e mi slegò i polsi. - Scusami mi disse, ma non potevo fare altrimenti. E’ la regola, e tu sei l’ultimo arrivato. Ma vedrai che passerà, non sei l’unico che è stato violentato. Vedrai che se ti comporterai in bene in futuro tutto andrà per il meglio e magari ti piacerà anche. Ora dormi che ti farà bene. - Ah! Un’ultima cosa, non ti conviene dirlo alle guardie, ci sono abituate e dopo un po’ tutto il carcere ti prenderà in giro e magari qualcuno ti richiederà nella propria cella per farti diventare la ...
... sua ragazza. Non risposi, mi sdraiai sulla mia branda cercando di sopprimere le lacrime con il solo sentimento della vendetta. Non chiusi occhio per tutta la notte pensando a come potermi vendicare. La mattina dopo di buonora sentii i due compari complottare tra di loro e durante la colazione il primo a parlare : - Come stai? – Mi chiese- Sai, è stato soltanto un atto dovuto necessario da fare in questo posto di merda. Giuro che non sarebbe mai accaduto fuori da questo contesto. Antonio la pensa allo stesso modo. - Non ti preoccupare –risposi-capisco. Iniziai a comportarmi come se non esistessero anche se nella realtà esistevano eccome, esistevano dentro di me, nella mia rabbia, nella mia sete di vendetta. Li avrei voluti volentieri vittime di morte violenta. Per una settimana chiesi doppia porzione di pasticche e delle più potenti, i miei due compagni di cella arrivarono perfino a consigliarmi che stavo esagerando perché in questo modo ne sarei diventato dipendente, etc. Cercai di rassicurarli dicendo loro che avrei rallentato a breve ma ora ne avevo bisogno. In realtà le mettevo da parte, il mio piano per vendicarmi era iniziato. Quando ritenni che era arrivato il momento mi preparai per metterlo in opera. Durante l’ora d’aria rimasi da solo in cella, tirai fuori tutte le pasticche accumulate e le tritai per bene riducendole in polvere, poi le incartai separatamente in parti uguali. Svuotai una bottiglietta d’acqua e ammorbidendola con il fornelletto riuscii a separare il ...