1. Fragole e cognac


    Data: 17/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi

    Quando scesi dalla navetta che dall’aeroporto di Fiumicino porta alla stazione termini a Roma, mi accorsi subito di quel giovane di circa venticinque anni che se ne stava in piedi con le spalle appoggiate su una delle colonne della pensilina lungo il binario di arrivo.
    
    Alto quanto me, un metro e ottanta circa, di corporatura snella ma non magra, deliziosamente vestito con uno smoking abbastanza stretto da cogliere la tonda muscolatura delle gambe, camicia bianca stirata da un petto atletico, papillon nero che si stringeva sul collo affusolato e dritto come la torre Eiffel, viso di carnagione dorata e luminosa, capelli neri corvini abbastanza lunghi da essere rivoltati all’indietro, profondi e ipnotici occhi verdi, labbra carnali, sopracciglia perfettamente disegnate, mento appena pronunziato, un brillantino come orecchino.
    
    Nonostante la giovane età, aveva il viso fiero e deciso, lo sguardo fermo e penetrante.
    
    Mi chiesi cosa ci facesse lì vestito con quell’abito da cerimonia come se dovesse partecipare ad un matrimonio o come se lui stesso dovesse recarsi in Chiesa a sposarsi.
    
    Chi lo aspettava: una donna altrettanto bella e anche tanto fortunata?
    
    Senza che me ne accorgessi rallentai la mia andatura fino a bloccarmi come incantato dalla sua figura elegante e seducente. Non resistetti dal puntare in modo probabilmente poco educato anzi del tutto invasivo il mio sguardo su di lui, a guardarlo e a rimirarlo dal basso in alto e dall’alto in basso, a fissarne il viso ...
    ... e soprattutto gli occhi, con insistenza indisponente ancorché in modo incosciente. Nei miei primi quarant’anni non mi ero mai imbattuto in un soggetto così sessualmente conturbante che mi facesse perdere il senso del pudore e ogni tentennamento inibitorio così spudoratamente gli sorrisi e gli lanciai con un’appena accennata torsione delle labbra un messaggio di apprezzamento: chapeau!
    
    Nel rinsavire di quel tanto da riportarmi alla realtà mi resi conto di quanto fossi stato inopportuno e soprattutto importuno. Mi sarei aspettato una sua reazione di fastidio se non stizzita o addirittura violenta, fosse stato un vemente vaffanculo non mi sarei stupito, invece corrispose e ricambiò con mia gradita e inaspettata sorpresa. Non so quanto sia gradevole il mio sorriso, ma il suo lo trovai irresistibile.
    
    Lo speaker annunciò la partenza dello stesso treno verso Fiumicino. Alzai gli occhi e vidi l’ora sul display del tabellone degli arrivi. Erano le ventuno e quattro minuti. Ero a Roma per lavoro. L’indomani mattina avrei avuto una riunione di lavoro, ma fino allora ero libero.
    
    Con mio disappunto lo vidi entrare nello stesso vagone dal quale ero uscito poco prima. Mi voltai verso di lui che già aveva superato le porte scorrevoli e tenendosi aggrappato ai corrimani mi dava le spalle. Mi sentii dispiaciuto che tutto finisse lì, che quella storia appena iniziata invece di essere il preludio di una intensa e indimenticabile storia di amore e di sesso fosse già arrivata al capolinea ...
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