Fragole e cognac
Data: 17/07/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: prossi
... e si abbandonasse tutta alla fantasia del dopo quando la mia mente si sarebbe immersa nei se: se fossi stato più insistente, se gli avessi parlato, se lo avessi invitato a bere un aperitivo.
Rimasi impalato ad osservarlo mentre aspettavo che da un momento all’altro le porte scorrevoli della carrozza si chiudessero e decretassero la parola fine. Diedi un veloce sguardo al tabellone degli orari. Mancava ancora un minuto circa alla partenza. Avrei potuto entrare nella carrozza invece di aspettare che lui ne uscisse o che comunque prendesse l’iniziativa invece me ne stetti buono sperando che almeno si voltasse verso di me così che con gli occhi gli avrei fotografato il viso e me lo sarei portato nel cuore.
Lo speaker sollecitò i passeggeri a salire nel più breve tempo sul treno poiché mancava poco alla partenza. Una donna anziana appesantita da una ingombrante valigia entrando, anche per la premura, gli finì quasi addosso. A causa o grazie dell’urto però, si voltò e mi vide. Mi sorrise sorpreso che stessi ancora lì a guardarlo incantato. Ebbi il coraggio di fargli un cenno. Meglio non avrei potuto fargli capire che avrei voluto che scendesse. Continuammo a guardarci fissamente negli occhi aspettando forse che l’altro prendesse l’iniziativa.
Un bip avvisò che le porte stavano per chiudersi. Il tempo stava per finire. Se non gli fossi piaciuto, mi dissi, non sarebbe rimasto lì all’entrata. Si sarebbe infilato alla ricerca di un posto a sedere. Invece era lì, appena dopo ...
... le porte scorrevoli. Allungai la mano come per prenderlo, ma era solo un invito per quanto esplicito ed inequivocabile.
Le porte si chiusero sul suo corpo e si riaprirono a causa dell’impedimento lasciandolo libero di uscire del tutto. Aveva alla fine deciso di scendere dal treno con mio piacere e soddisfazione.
Si piazzò davanti a me, con un sorriso malizioso ed esclamò: “Adesso però mi offri da bere!”
“È il minimo che possa fare” gli risposi.
“Io sono Roberto” mi presentai.
“Federico.”
Lasciammo la stazione con tutta la sua assordante e caotica attività e ci dirigemmo poco lontano per sederci ad un più silenzioso tavolino in un bar all’aperto.
Lui ordinò un insolito abbinamento di fragole e cognac, io un più consueto whiskey e ghiaccio.
Non starò qui a raccontarvi tutto ciò che ci siamo detti, ma solo l’essenziale.
“Beh, - mi confidò - mi piacerebbe lavorare nel mondo dello spettacolo: sfilate di moda, fotografie artistiche…”
“Nudi?”
“Si, anche, ti eccita la cosa?”
“Ci puoi giurare, sono un disastro come artista, ma per te inizierei a dipingere.”
“Mi piacerebbe fare anche un po’ di cinema, particine si intende, non pretendo chissà che. Per fare questi lavori, posso contare sul mio bel corpo. Dicono che sono un bel ragazzo, molto bello. Anche tu ti sei fatto soggiogare dalla mia bellezza?”
Accolsi la domanda con un sorriso di imbarazzo.
“Se ti dicessi di no, mi prenderesti per un bugiardo. Sarebbe però riduttivo. Certo, la tua ...