Una storia di altri tempi - 1
Data: 19/07/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... considerato che il giovane era ancora dolorante, il barone volle che non facesse spostamenti, ma che dormisse con lui nel letto padronale, grande abbastanza perché vi riposassero senza crearsi intralcio.
Cenarono qualcosa in camera, dove don Gervasio aveva fatto apparecchiare per riguardo all’ospite, dopo di che Antonello si mise subito a letto, mentre lui si ritirava in biblioteca a passare la serata con degli amici in visita.
Quando più tardi il barone entrò in camera da letto, Antonello sembrava immerso in un sonno profondo, così, senza fare rumore l’uomo si spogliò, si infilò la camicia da notte sul corpo nudo e, spento il lume, scivolò sotto le lenzuola. Antonello però era tutt’altro che immerso in un sonno profondo; anzi, sotto le palpebre abbassate, gli occhi erano svegli e lucidi di desiderio.
Il pensiero che un così bell’uomo dormisse a distanza di un braccio da lui lo faceva rimescolare tutto. Antonello ne era rimasto colpito fin dal primo sguardo che gli aveva lanciato, quando lo aveva visto spuntare a cavallo dalla svolta della strada; e ancor più ne era rimasto conquistato allorché si era fermato e lo aveva aiutato con tanta premura.
Chissà quanto tempo Antonello rimase lì a rimuginare pensieri tutt’altro che puri nei confronti del suo benefattore; finché, sembrandogli dal respiro che si fosse ormai addormentato profondamente, cominciò a strisciare, millimetro per millimetro, verso quel corpo di cui già avvertiva il calore.
Quando gli fu a ...
... ridosso, il tremito delle sue mani lo spaventò, temette che il letto stesso ne vibrasse e svegliasse il barone. Passò qualche tempo e il barone non si svegliò, allora lentamente avvicinò la mano, fino a poggiarne il dorso alla coscia del dormiente: il calore denso che traspirava dal tessuto soffice del camicione ravvivò la sua libidine, infondendogli coraggio: allora si mise dolorosamente sul fianco e gli poggiò lieve la mano sulla coscia, rimanendo in attesa. Nessuna reazione.
Preso coraggio, accennò una carezza leggera… Ancora nessuna reazione: il barone dormiva della grossa. Più nulla riuscendo ormai a frapporsi alla sua crescente libidine, Antonello ebbe la tentazione di tirargli su il camicione, ma gli parve troppo pericoloso; allora cominciò a spostare la mano tremante verso il suo inguine, trovandoci, quando giunse, il biscione già mezzo incannato.
Le impudiche carezze, infatti, avevano raggiunto don Gervasio nell’abisso del suo sonno: non lo avevano svegliato, ma avevano suscitato in lui sogni nebulosi e un piacere che non provava da tempi immemorabili.
Avvertendo una mano vogliosa su di lui, il biscione raggiunse presto il dovuto turgore e istintivamente Antonello cominciò a lisciarlo muovendo la mano su e giù. La risposta non tardò ad arrivare: perso nel vortice del suo sogno erotico, don Gervasio cominciò gemere piano, mentre il suo pistone vibrava senza più pudore e senza più pudore ormai Antonello lo aveva impugnato e lo menava con decisione.
Fu in quel ...