1. Come parlarne? - Capitolo V


    Data: 17/09/2017, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    ... dita sembravano volermi strappare il petto. I suoi occhi chiusi, i suoi ansimi, i suoi gemiti, le sue gote arrossate, il calore del suo corpo, la possanza della sua vagina che mi imponeva il piacere assoluto come un’imperatrice in una lotta impari, nella quale ogni andirivieni mi faceva desiderare di abbandonarmi al piacere, mi costringeva al godimento, quando invece dovevo cercare di resistere con tutte le forze. Ed il ritmo aumentava a dismisura. Raggiunse un nuovo orgasmo. Sentii il mio pene stritolato, schiacciato da ogni parte, mentre il suo corpo invece tremava. Strozzò un lungo gemito, fermando il suo movimento. Poi emise un sospiro di godimento, come se fosse liberata da una prigionia. Ansimò e ansimò. Riprese di nuovo a muoversi rapidamente, per arrivare quasi immediatamente ad un altro orgasmo. Sentivo di stare per scoppiare dal piacere. Non c’erano immagini mentali che potessero farmi reggere alla mole di stimoli e impulsi che raggiungevano il cervello e il pene. La realtà, rispetto alle immagini della fantasia, o a quelle del computer, a cui ero abituato, era tutta un’altra cosa. Il contatto con la pelle, gli odori, l’intensità del rapporto, la sensazione di appartenenza all’altra persona, i sentimenti e il desiderio di dare e ricevere piacere… Tutta un’altra cosa. Ero vergine e mi trovavo con una ragazza che sembrava sapere il fatto suo al contrario di me e che non aveva remore a lasciarsi andare completamente. “Debora basta…” dissi, ansimando “Non resisto…” ...
    ... Rallentò, permettendomi di riprendermi. Ma non si fermò. La sua mano si spostò dal mio petto alla parte superiore della vagina, cominciando un movimento che mi parse rotatorio. Andò avanti con un ritmo lento, poi pian piano, aumentò. Ci volle qualche minuto, ma riuscii a resistere. Alla fine, il ritmo fu frenetico. Rischiai seriamente di raggiungere il piacere, ma prima che accadesse, Debora si bloccò. Tranne la sua mano, che continuò a stimolarla. Il mio pene fu chiuso in una morsa. Il suo viso divenne paonazzo, la bocca aperta, incapace di emettere suono. Il suo corpo tremò a tal punto che temetti stesse per avere un infarto. Furono istanti lunghissimi. Poi esplose. Gridò di piacere, ma si interruppe quasi subito. Poi gridò ancora. E ancora si interruppe. Chiuse gli occhi sporgendosi in avanti come se non riuscisse più a reggere l’intensità del godimento che provava. Infine gridò di nuovo. Senza interruzioni questa volta. Le sue dita sembrarono penetrare nel mio petto dalla violenza con cui si aggrappò a me. Godette tremendamente. Fu bellissimo vederla così. Ansimò e gemette per il piacere che provò. Poi si lasciò andare abbracciandomi e sdraiandosi su di me, spossata. Non disse nulla per un po’ e io neanche. Ci rilassammo in silenzio. Stavo già così bene che pensai che se anche non si fosse dedicata a me, sarebbe andato bene lo stesso. Ma lei sollevò il capo e mi accarezzò i capelli, guardandomi: “Mi è piaciuto un sacco…” “Anche a me…” “A te ci pensiamo ora, ok?” Si tirò su, ...
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