1. Come parlarne? - Capitolo V


    Data: 17/09/2017, Categorie: Feticismo Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti

    ... frenesia. Il suo seno puntava così in avanti da non permettermi di vedere il suo viso. All’improvviso inspirò violentemente e si inarcò, bloccandosi in un momento. La vagina premette poderosamente sulla mia bocca. Una narice fu occupata e potevo respirare solo da un lato. Fummo congelati in quella posizione per istanti che mi parvero ore. Quindi un liquido caldo fiottò dalla vulva, spargendosi nella mia bocca e scendendo lentamente verso la gola. Gemette intensamente. Non scorderò mai la prima volta in cui raggiunse l’orgasmo. Inghiottii il suo piacere avidamente. Attesi che Debora si spostasse, ma non lo fece. Anzi, riprese a stimolarsi e muoversi su di me. Non aveva goduto? Come poteva volerne ancora? Continuando la sua cavalcata, qualche istante dopo raggiunse un altro orgasmo. Altro orgasmo, altro liquido nella mia bocca, altro ingoio. E poi ancora. Dopo il terzo iniziai a domandarmi quanti orgasmi potesse raggiungere una ragazza. O se fosse solo lei così. Forse sarei rimasto lì fino a tarda notte. Forse mi sarei lussato le spalle. Raggiunse un quarto orgasmo. E questo confermò le mie peggiori paure. Invece questa volta si fermò e si spostò. Si sollevò facendo leva sul ginocchio destro. Finalmente riuscii a guardarla negli occhi. Non avevo mai visto quell’espressione sul suo viso, sembrava in estasi. Si pose di fianco a me, appoggiata sulle ginocchia. Le mie spalle ringraziarono. Poi le sue mani si adoperarono per slacciarmi i pantaloni. Me li tolse e mi tolse anche i ...
    ... boxer. Ebbe un’espressione di compiacimento nel guardare la mia eccitazione. “Pensa a tuo padre” disse. “Cosa?”. Quelle parole fecero dolere la mandibola indolenzita. Era l’ultima cosa che mi sarei aspettato dicesse. “Perché? Ma che dici?” “Tra poco me lo metterò dentro. Non vorrai mica godere? Devi farmi divertire ancora…Pensa a tuo padre, alla guerra, ai film horror, a qualsiasi cosa ti smonti a sufficienza da non farti godere finché io sono sopra di te. Ti prometto che poi mi dedico a te senza riserve.” “Ma quante volte puoi raggiungere…?” Rise per la mia incapacità di usare certi termini. “Non c’è un numero. Dipende da quanto si irrita. E dal dolore. Perché andando avanti poi si irrita e fa male là in basso. Quando fa troppo male devo smettere.” Si mise a cavalcioni su di me. Poggiò le mani sul mio petto. Poi una accompagnò il mio pene al suo interno. Sentii qualcosa resistere ed il suo sguardo mostrò un’espressione di dolore e sofferenza per qualche istante. Poi fu piacere all’estrema potenza. Dovetti pensare a mio padre. Ma ci furono anche mille paure ad aiutarmi. Quelle di un ragazzo vergine che si domanda se le misure vanno bene, se a lei piace, se vede difetti… Arrivarono tutte in quell’attimo. Ma fu ugualmente difficile non lasciarmi andare. Fu un’esperienza di estasi e di piacere così intensa da esularmi dal mondo attorno a me. Debora faceva avanti e indietro con profonda sensualità ed i suoi seni mi gridavano di toccarli, palparli e strizzarne i capezzoli. Le sue ...
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