Come parlarne? - Capitolo V
Data: 17/09/2017,
Categorie:
Feticismo
Autore: VB1977, Fonte: EroticiRacconti
... c’era stato tra noi non contasse più. Mi sentivo ferito dal desiderio che provavo per loro. “Ti prego,” sospirai, posando i miei occhi in quelli di Debora, “fammi continuare!” “No,” rispose ansimando, “Hai altro da fare…”. Le sue ginocchia decisero di muoversi ancora. Debora fece leva con le mani sulla testiera e fu lesta a risalire a cavalcioni il mio corpo. Le spalle mi fecero malissimo, quando il suo peso fu sopra il mio. Chiusi gli occhi per un attimo dal dolore e fui confuso dai suoi movimenti, per cui non riuscii a capire immediatamente cosa stesse accadendo. Quando riaprii gli occhi, guardando in alto il suo viso era quasi scomparso, coperto dal suo seno. Le ginocchia presero posizione accanto al mio viso, ed i suoi piedi poggiarono sul mio petto. A pochi centimetri dalla mia bocca, la sua vagina. Umida, pulsante, fremente. Il mio cuore si fermò. Il mio basso ventre no. Debora si tirò indietro, sporgendo il viso in avanti per guardarmi. Poi si appoggiò solo con una mano alla testiera. L’altra invece scese in basso e dicendo “inizia a leccare da qui”, con un dito fece un movimento sulle grandi labbra, imitando ciò che la mia lingua avrebbe dovuto fare. Non so spiegare quanto erotismo mi trasmise quella visione. “Cosa devo fare?” domandai malizioso. Mi guardò sorniona. Poi con voce roca e tono studiatamente lento ripeté: “Leccare.” Tirai fuori la lingua e lei non si fece pregare. Per la prima volta provai il sapore della sua vagina, leggermente dolce, ma soprattutto ...
... acidulo. Con movimenti sinuosi Debora accompagnava la mia lingua, traendone un piacere che mostrava gemendo e ansimando senza freni. Un paio di volte colpì involontariamente la punta del mio naso, cosa che dovette piacerle, perché decise di sfruttarlo. A quel punto la persi. Il suo basso ventre si mosse ad un ritmo decisamente più elevato, premendosi su di me, senza riguardo per il mio viso. Tentai di leccare come mi aveva detto, ma inutilmente. Non vi riuscii a causa dei suoi movimenti rapidi e del peso che appoggiava su di me. Le spalle gridarono pietà. Tenni la lingua quanto più fuori dalla bocca potessi e Debora si lasciò andare ad una cavalcata frenetica, a causa della quale la mia bocca iniziò a riempirsi dei suoi umori. Regolarmente ritraevo la lingua e ingoiavo. Poi riprendevo la posizione. Il naso mi doleva e temevo si sarebbe rotto. La mandibola invece mostrava segni di indolenzimento. Eppure vedere Debora così eccitata, così libera, così padrona mi dava una costante scarica di piacere, che mi spingeva a rimanere nella posizione il più a lungo possibile per servirla, come uno schiavo devoto la sua padrona. Ciononostante, non sembrava arrivare al godimento completo. Persi la nozione del tempo ma mi resi conto che al suo posto, con una stimolazione così intensa, io non avrei potuto resistere oltre. Invece sembrava che a Debora servisse ancora tempo. Le mie spalle doloranti domandarono quanto. Vidi le sue dita penetrare nella parte alta della vagina e stimolarsi con ...