1. La notte bianca


    Data: 28/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: soldinohihihihi, Fonte: Annunci69

    ... scoprii la parte dove di solito appoggia l'uccello e mi ci tuffai con la faccia.
    
    Finalmente lo sentii. L'odore forte di Michele. Era un misto di sentori afrodisiaci. Una nota leggera di piscio, mista a qualcosa che non saprei descrivere, il profumo che ha l'uomo. Scesi con le sue mutande sempre sulla faccia fino a dove appoggiano le palle e qui annusai i coglioni. Che meraviglia era scoprire gli odori del mio amico. Creava un legame unico tra noi. E pensare che lui era lì sul divano, nella stanza affianco.
    
    Non potevo più resistere e dovevo farmi una sega o sarei esploso. Decisi comunque che non potevo farmela lì e che sarei voluto andare a casa. Lì avrei avuto tutto il tempo di godermi il mio piccolo trofeo. Misi le mutande in tasca, mi rinfrescai la faccia , e dopo aver aspettato che l'erezione passasse, uscii dal bagno.
    
    Inventai a Michele la scusa che dovevo tornare a casa perché dopo una certa ora non sarebbero passati più i mezzi e, dopo esserci salutati, mi ritrovai in strada. Camminavo veloce con la voglia di consumare a casa quello che avevo cominciato nel suo bagno.
    
    Ora, caro lettore, arriva la parte di cui mi vergogno un po'. Come scusante, vorrei precisare che quella sera ero davvero molto eccitato. Tutta quella vista, tutti quei profumi, l'avere in tasca le mutande usate del mio amico. Non ero in me, sembrava una situazione surreale.
    
    Ero deciso ad andare a casa, se non fosse che il destino mi mise davanti qualcosa di davvero inaspettato. Un ...
    ... ragazzo, di circa 25 anni. Direi un bel ragazzo, sebbene nulla di speciale. Uno di quelli che non ti giri a guardare, ma che comunque sono interessanti e di bell'aspetto. Capelli corti castani, con un bel fisico sportivo. Indossava una tuta ed era evidentemente ubriaco.
    
    Camminava solo sulla strada deserta, un po' barcollando. Si capiva che quella sera si era divertito. Io camminavo dietro di lui, e stavo per superarlo. "Ehi ciao", mi fa lui appena mi vede con la voce un po' da ubriaco "hai una birra?". "No, mi dispiace" gli faccio io. "Nemmeno una sigaretta?" "Sì, una sigaretta sì, anzi me l'accendo anche io". Gli do la sigaretta e lo faccio accendere. "Grazie! Sei gentilissimo. Dai andiamo dal Kebabaro aperto e ci facciamo una birra, mi prendo anche una piadina che sto morendo di fame". Gli feci notare che stavo andando a casa, e che sarebbe stato meglio anche per lui. Mi disse che era stato con un suo amico e che avevano bevuto un po' e che anche lui stava tornando a casa. Prima però voleva mangiare qualcosa. "Io ho speso tutto per le birre, tu puoi prestarmi dei soldi? Ti ptrego, non farmi andare a prelevare! Sono un po' brillo", "Sì me ne sono accorto" dissi. Volevo scollarmi dai piedi quel ragazzo, così misi la mano in tasca e fu allora che successe. Mentre misi la mano in tasca per prendere il portafoglio, sentii le mutande di Michele. Il solo sfiorarle mi provocò un brivido. Non so spiegare cosa mi prese, ma ad un certo punto non riuscii più a controllarmi. Tirai fuori il ...