1. Violentate nel nostro stesso Letto


    Data: 02/08/2018, Categorie: pulp, Autore: Patrizia V., Fonte: EroticiRacconti

    ... avventura (entrambi ormai defunti), e ci addormentiamo esauste e soddisfatte a cucchiaio nella cabina padronale. *** Mi sveglio con un suono molesto nelle orecchie… Molesto e familiare al tempo stesso. Siamo ancora a cucchiaio: Eva dorme nelle mie braccia, e in una mano stringo un seno pieno e sodo della mia ragazza, che sento palpitare di vita sotto i miei polpastrelli; sento sull’inguine il tepore dei suoi glutei elastici e sulle cosce il calore più intenso delle sue gambe lunghissime e snelle… Ci metto alcuni istanti a realizzare che si tratta del suono di chiamata in arrivo del crypto. Il crypto? Perché mai l’Agenzia dovrebbe contattarci nel porto di Herakleion nel cuore della notte, se non per… Troppo tardi. Sento i passi nel corridoio, il tonfo della porta della cabina che si spalanca, e la luce si accende di colpo prima ancora che mi riesca di svegliare Eva. Sono in due. E sono armati. Uno bianco e uno nero, tutti e due larghi come armadi, un po’ come Rolf. Impugnano pistole automatiche munite di silenziatore, ma la cosa che mi preoccupa di più non è quella: è che non indossano maschere. Se qualcuno ti piomba a bordo armato in un porto senza timore di farsi riconoscere, significa che non è venuto solo per rapinarti: ha intenzione di non lasciarti viva per descrivere la sua faccia alla pula del posto. Siamo stese nude sul letto, e loro sono in piedi con le armi puntate: non c’è proprio niente che possiamo fare, con le pistole nei cassetti dei comodini e i fucili ...
    ... nascosti nel quadrato. Mi faccio una nota mentale di gettare l’ancora in mezzo alla baia la prossima volta; se ci sarà una prossima volta. - Pat… - Non ti muovere, Eva. Guardali negli occhi: sanno benissimo quello che fanno. Già: lo sanno perfettamente. Sono abituati a lavorare in coppia: uno ci tiene sotto tiro, mentre l’altro si avvicina evitando con cura di coprire la linea di tiro del compagno. Il nero viene dalla mia parte del letto, mi afferra per un braccio e me lo torce dietro la schiena con movimenti secchi, brutali e dannatamente sicuri: lo stronzo è forte come un toro. Mi ritrovo con la faccia nel cuscino, e mi sento strattonare i polsi prima che qualcosa di metallico me li rinserri in una morsa dietro alla schiena: manette. Poi mi rivolta, e mi ritrovo scomodamente rovesciata sulla schiena con le braccia bloccate sotto di me, a guardare i nostri aggressori. - Chi cazzo siete? – chiedo in inglese – E che cazzo volete? Eva mi dice sempre che sono troppo sboccata. Il negro deve pensarla come lei, perché per tutta risposta mi rifila un manrovescio in faccia che sembra una tranvata. - Ugh! – grugnisco, sentendomi rovesciare la faccia dall’altra parte per la violenza del colpo. Sapore di sangue in bocca: mi ha spaccato un labbro. Cazzo, non è la prima volta che veniamo assaltate a bordo… Ma tutte le altre volte abbiamo trovato il modo di reagire. Questa volta non vedo cosa possiamo fare. - Sta zitta, troia – mi sibila il negro che mi ha incaprettata, prima di risollevarsi e di ...
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