L'esiliato ( Sentimentalfantasy )
Data: 06/08/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Hermann Morr
... allontanò rapidamente. "Ho detto a Emre di preparare la medicina che dà il sonno, dovrai conservarla fino a quando sarà necessaria, altro non sono in grado di dirti,sorgente silenziosa." Eitheldìn rimase sorpreso del fatto che la vecchia conoscesse il significato del suo nome, ma fece l'inchino dovuto ed uscì dalla tenda. C'era ancora il sole quando era entrato, ma ora nel cielo brillavano le stelle. GHOST OF TOM JOAD (Bruce Springsteen) In quell'inverno una nuova storia si sparse tra le tribù di cavalieri che dalle steppe erano scese nel Kislev attraverso il passo alto. Era la storia del Cantore; nessuno sapeva chi fosse, ovunque si trovasse un accampamento o un mercato di cavalli lui arrivava, camminando nella neve con passo così leggero da non lasciare tracce, aveva un arco e un liuto. Ogni volta chiedeva ospitalità in una isba, si diceva che spesso avesse ricompensato i suoi ospiti con gemme preziose, e poi si siedeva vicino ai recinti dei cavalli e cantava in una lingua sconosciuta, fino a notte fonda. A volte si univa per breve tempo a gruppi di cacciatori o di giovani in cerca di tesori, sembrava avere una faida con le bestie che camminano perchè non perdeva occasione per sterminarle senza pietà, ma presto lo si vedeva di nuovo cantare ai cavalli. Si diceva che un giorno la figlia di un capo avesse accompagnato la sua canzone con un raro strumento, un'armonica avuta dagli artigiani di Erengrad, e che lui le avesse donato una perla dei mari lontani. Si era anche diffusa ...
... la convinzione che non fosse un uomo, ma uno spirito della buona sorte, per questo quelli che ancora non l'avevano visto scrutavano le distese nevose e tenevano pronti il thè e il burro della qualità migliore nella speranza di poterlo ospitare. Ma alla fine anche quell'insolito inverno passò e le tribù si riunirono a Praag per la festa del disgelo, prima di iniziare il viaggio di ritorno verso le grandi steppe oltre i monti. Il Cantore non poteva mancare a una simile occasione, sedette attorno al grande fuoco con gli uomini e cantò le canzoni del suo popolo, che portavano il profumo della brezza primaverile. La vodka e l'ayràn correvano a fiumi quella notte e fu solo poco prima dell'alba che gli uomini tornarono alle loro tende e il Cantore andò come sempre a cantare ai cavalli. "Piango seduto qui alla luce del fuoco Perchè non mi ascolti Taltòs? Ti darò l'erba più profumata, coperte per il freddo Cavalcheremo insieme sotto gli alberi dorati A Laurelorn, dove il tempo si è fermato." Era la canzone che aveva cantato per tutto l'inverno, ma questa volta successe una cosa nuova: un cavallo uscito in qualche modo dai recinti stava camminando verso di lui. Con un senso di presagio si alzò e lo osservò in silenzio mentre si avvicinava, ma quando furono di fronte fu il cavallo a parlare nella lingua degli elfi. "Mi è piaciuta la tua canzone, è veramente così bello il regno nascosto?" "Tanto che le mie parole non valgono nulla a spiegarlo, ma un incantesimo mi impedisce di ritrovare ...