L'esiliato ( Sentimentalfantasy )
Data: 06/08/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Hermann Morr
... braccia, gli occhi serrati sotto la benda. Infine il cavallo si fermò. Tolse la benda, rimase stupito di trovarsi sotto le stelle, gli era parso che la cavalcata non fosse durata più di un'ora, eppure adesso era notte fonda, ma la luce delle stelle era sufficiente perchè i suoi occhi di elfo riconoscessero ogni foglia e ogni sasso, e anche se di notte non era visibile la tinta dorata degli alberi sapeva bene di essere a casa. Laurelorn, Alberodoro, così tutti chiamavano quel posto, ma gli abitanti usavano un altro nome: Tor Laurean, l'ultima delle colonie degli alti elfi nel vecchio mondo, nascosta da una rete di incantesimi fin dal tempo lontanissimo della guerra delle barbe. Per sopravvivere avevano adottato le usanze degli elfi silvani, ma nel cuore erano ancora Asur, fedeli solo al Re Fenice di Ulthuan. Era così forte l'emozione di questi ricordi che per qualche attimo aveva dimenticato il suo pensiero costante nei sette anni d'esilio: Alquamar, la sua amata che qualcuno aveva ucciso. Eitheldìn non avrebbe avuto pace fino a quando non avesse trovato il vero omicida e ottenuto giustizia. Le case e le mura di Tor Laurean erano un frammento di Ulthuan trapiantato su di un colle al centro del bosco d'oro, Eitheldìn cavalcava ai piedi del colle, diretto a un luogo poco lontano dalla città in cui cespugli di rose selvatiche crescevano tra i salici. Era il posto preferito di Alquamar, spesso andava sola a passeggiare sotto le stelle, era certo che fosse accaduto lì il dramma ...
... della sua ultima notte. Al suo arrivo vide di non essere solo, qualcuno stava incidendo una scritta su una lastra di pietra. Scese da cavallo e si avvicinò in silenzio stringendo il suo lungo pugnale elfico, la persona china davanti a lui era sicuramente Maegìr il poeta. Ogni giorno di quei sette anni la scena era passata davanti ai suoi occhi, il mattino che si era svegliato nella sua casa sull'albero, la folla sotto e Maegìr che gridava e lo accusava di aver ucciso Alquamar. Era talmente sconvolto da quella notizia che non aveva potuto difendersi, era rimasto in silenzio mentre i magistrati gli chiedevano di discolparsi, in meno di un'ora lo avevano già maledetto ed esiliato. Maegìr aveva terminato quel che stava facendo, si alzò e vide Eitheldìn col pugnale in mano e la cotta di maglia sotto il mantello verde, la sua espressione passò dallo stupore allo spavento. "Eitheldìn.. solo questa mattina ho visto i guardavìa condurti fuori dal bosco.. sei un fantasma?" Si sapeva che a Laurelorn il tempo passava più lento che nel mondo esterno, ma non pensava tanto, erano passati sette anni per lui, e per Laurelorn era un giorno solo. "Ho una cosa per te Maegìr, hai mai visto questo sasso?" Mentre lo tendeva verso Maegìr sentì la sua mano inumidirsi, il sasso stava gettando sangue, che ora colava dalla sua mano. L'espressione di Maegìr ora esprimeva vero terrore, invece di rispondere si girò e corse via come il vento. Eitheldìn stava per lanciare il pugnale, ma il cavallo taltòs parlò ...