L'esiliato ( Sentimentalfantasy )
Data: 06/08/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Hermann Morr
... la strada. Mi hanno detto che puoi farlo tu per me." "E' vero, posso, ma il mio padrone è vecchio e non voglio abbandonarlo nella povertà. Facciamo così, ascolta bene, perchè solo una volta posso parlare: Se cammini nel bosco in quella direzione troverai due abeti che nascono dalla stessa radice. Guarda sotto ai tronchi, vicino a terra, troverai un buco, e nel buco una borsa. Se sei onesto non la aprirai e non toglierai nulla dal suo contenuto, chiederai del vecchio Attilla e gliela offrirai in cambio del suo cavallo pezzato. Sarà per lui un onore dare il miglior cavallo al Cantore. Mi porterai fino a dove puoi arrivare e fermo a quel punto ti dovrai bendare. Ti stringerai al mio collo, e attento, solo quando mi sarò fermato potrai aprire gli occhi nel reame incantato." JOHN BARLEYCORN (Traffic) Cavalcarono lungo il fiume Lynsk fino a Erengrad, dove Eitheldìn si fermo brevemente all'estrema propaggine del mare degli artigli, perchè il canto dei gabbiani e l'odore del mare sono per gli elfi un richiamo irresistibile. Poi presero la strada che porta a Salzenmund, ma ben presto la abbandonarono dirigendosi a sud nella foresta delle ombre. Era questo un luogo evitato dalla maggior parte dei viaggiatori, infestato da goblin, ragni e altre creature orribili che non sopportavano la luce. Pochi sapevano della gemma luminosa nascosta nel cuore di quel buio, la foresta delle ombre era un guscio protettivo, il primo cancello che doveva attraversare chi fosse in cerca del reame ...
... nascosto. Il cavallo taltòs viaggiava senza difficoltà tra gli intrichi del sottobosco, sembrava quasi che le piante si aprissero per farli passare, e poi si chiudessero dietro di loro per difenderli dai pericoli. Il viaggio fu molto più breve di quanto Eitheldìn ricordasse e privo di brutti incontri. Arrivarono infine ad uno spiazzo dove cresceva un grande cespuglio di biancospino, la pianta che indicava gli accessi al regno incantato. Fece fermare il cavallo, si bendò, e si chinò sulla sella per parlargli dolcemente all'orecchio mentre si aggrappava al suo collo. "Ecco, siamo arrivati. Io più in là non posso andare, ora solo a te mi posso affidare." Il cavallo si mise in cammino senza fretta, Eitheldìn si chiedeva quanto ci avrebbero messo a quel passo, ad ogni istante gli sembrava di avvertire il sibilo delle frecce dei guardavìa dirette alla sua schiena. Ma nonostante l'ansia sempre più intensa era deciso a mantenere la sua promessa di non togliersi la benda. Sussurri arrivavano al suo orecchio, come se ci fossero persone vicine, poi risate, lo chiamavano per nome e gli chiedevano di unirsi a loro. Lui resisteva, il cavallo indifferente procedeva sempre allo stesso passo. Un urlo improvviso, una voce femminile: "Eitheldìn salvami, prendimi sul tuo cavallo, un mostro mi insegue, non lasciarmi qui!!" Aveva già la mano sulla benda, ma pensò che il cavallo non sarebbe stato così tranquillo se veramente stava arrivando un mostro, tornò a stringere il suo collo con tutte e due le ...