1. La Venere e Botticelli


    Data: 10/08/2018, Categorie: Etero Autore: Ashara, Fonte: RaccontiMilu

    Lo spogliatoio era angusto e malamente illuminato da un'unica minuscola finestra coperta da una tenda leggera; c'era a malapena lo spazio per due persone per muoversi senza incastrarsi l'una nell'altra, ma Francesca, ormai pratica, aveva imparato come destreggiarsi per spogliare Simonetta con rapida efficienza.Dopo aver sfilato tutti i piccoli bottoncini dalle asole con dita agili la cameriera aiutò la sua signora a sfilarsi l'elegante abito da giorno che portava quel pomeriggio. Agilmente slacciò il nodo che reggeva le sottogonne e le sollevò sopra la testa della padrona.Poi fu la volta dei lacci che stringevano il busto: Francesca li sciolse ad uno ad uno, liberando il torace della sua signora dalla costante pressione esercitata dalla stoffa e dalle stecche. Anche se ormai lo portava da anni, Simonetta provava sempre un senso di sollievo quando le veniva tolto.La camiciola che indossava sotto di esso le scivolò dalle spalle, arricciandosi a terra intorno ai suoi piedi candidi e delicati. Infine la cameriera le infilò la tunica bianca, cucita ad imitazione delle vesti tipiche delle statue greche a soggetto femminile, che si trovava appesa all'unico piolo piantato nella ruvida parete dello spogliatoio. Simonetta, respirando agevolmente senza la costrizione del corpetto, coi seni liberi sotto la stoffa sottile e le gambe non ostacolate dalla gonna leggera, pensò che sicuramente gli antichi greci erano molto più saggi dei suoi contemporanei per quanto riguardava il vestiario, ...
    ... quantomeno di quello femminile.La cameriera procedette poi a sciogliere dalla complicata acconciatura in cui erano stretti dalla mattina i lunghi ricci biondi, lucidi e pesanti, e a pettinarli con le dita arrangiando ordinatamente la soffice massa dorata lungo la schiena di Simonetta giù fino alle natiche e oltre.I rumori del Maestro, che stava preparando i suoi colori nello studio adiacente lo spogliatoio, si fecero più sonori, sicuramente impazienti. La dama era pronta: congedò Francesca che stava finendo di appendere gli abiti della padrona al piolo, e la cameriera uscì subito da dove erano entrate per andare a raggiungere le guardie nella piccola saletta d'ingresso della bottega, la nobildonna invece varcò la seconda porta dello spogliatoio che conduceva al caotico mondo di colori di cui Sandro Botticelli era l'indiscusso signore e padrone. Nessuno aveva il permesso di entrare lì dentro quando lui disegnava o dipingeva. Tranne, ovviamente, le persone che gli facevano da modelle.Non era la prima volta che Simonetta Cattaneo Vespucci ricopriva quel ruolo, anzi: il Maestro, così come altri pittori della città, l'aveva dipinta in più di un ritratto a mezzobusto.Stavolta però si trattava di una tela in cui lei sarebbe comparsa a figura intera, un dipinto che avrebbe rappresentato la nascita della dea Venere dalle acque del mare: per questo indossava la leggera tunica greca, confezionata appositamente per l'occasione su ordine del pittore.Botticelli aveva già sbozzato la sua ...
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