1. La Venere e Botticelli


    Data: 10/08/2018, Categorie: Etero Autore: Ashara, Fonte: RaccontiMilu

    ... lasciando sbuffi neri sulla fronte, ed esclamò: “No, no, no! Così non va! Anzi, fa schifo!”La prima volta che l'aveva visto fare così Simonetta si era allarmata, ma ora, dopo aver assistito a numerosi di quegli episodi, se ne stette tranquilla ad aspettare che si sfogasse, in attesa delle istruzioni per cambiare posa che sarebbero inevitabilmente seguite: era tutto parte del processo creativo.“Non ha senso!” proseguì lui “No, no, proprio non ce l'ha.” E prese a camminare avanti e indietro per lo studio mugugnando.Po si bloccò, tornò precipitosamente alla sua postazione di lavoro, scarabocchiò qualcosa con un frammento del carboncino raccattato da terra e infine alzò la testa e guardò Simonetta.“Venere non può nascere vestita.” Abbandonò di nuovo il suo posto e si avvicinò a lei, con gli occhi illuminati da un fervore creativo più intenso del solito. “Togliti la tunica.”Interdetta la giovane nobildonna rimase immobile, pensando che il Maestro scherzasse. Lui invece, impaziente, vedendo che non si muoveva le afferrò la veste su un fianco, lasciando segni di carbone sulla stoffa candida, e la sollevò per sfilargliela. Come inebetita lei sollevò ubbidiente le braccia come faceva quando Francesca la spogliava e lo lasciò fare. Solo quando si trovò completamente nuda davanti a lui si rese interamente conto della portata del gesto.Botticelli fece un mezzo passo indietro, percorrendo con lo sguardo, come ipnotizzato, ogni centimetro della sua pelle.“Così bella...” mormorò. “Perfetta, ...
    ... la donna perfetta.”Si voltò precipitosamente, tornando dietro la tela e prendendo a scarabocchiare furiosamente. Simonetta sentì un senso di... delusione? attraversarla dalla testa ai piedi. Per un momento aveva pensato, aveva immaginato. Scosse impercettibilmente la testa come per scacciarne i grilli: era una donna sposata, ed era lì con lo scopo di fare la modella per un grande artista. Per quanto bello ed affascinante egli fosse, per quanto la sua vicinanza la facesse vibrare.Lui intanto tracciava segni sui suoi fogli, sulla tela, si interrompeva per scrutarla con un'intensità da far quasi male e ricominciava a disegnare.Poi balzò di nuovo verso di lei dimenticandosi di pulire le mani, afferrandole le braccia per mutarne la posizione, lasciando neri segni di carboncino sulla pelle candida. Le spostò i capelli lungo il fianco sinistro, sotto il braccio e in avanti: le lunghe ciocche bionde le arrivavano oltre le anche, e lui le arrangiò in modo che coprissero il triangolo dorato che le celava il pube. Le sue dita si attardarono a pettinare i boccoli chiari come per sistemarli, ma finirono per sfiorare ed immergersi fra quegli altri ricci più scuri che stavano sotto, e più giù tra le labbra che già si arrossavano del sangue che improvvisamente vi fluiva copioso.L'espressione del pittore apparve quasi confusa mentre l'oggetto del fervore che lo muoveva cambiava di piano: non più quello etereo della figura che prendeva forma sulla tela, ma quello più sublimemente concreto del ...
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